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L’OCSE lancia l’ultimatum ambientale

(Rinnovabili.it) – Senza politiche climatiche più ambiziose le emissioni globali di gas a effetto serra potrebbero raddoppiare entro il 2050. Questo in poche parole il verdetto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) che si rivolge oggi ai suoi 34 paesi membri per metterli in guardia dal dissennato dominio dei carburanti fossili sul mix energetico. Stando a quanto riportato nell’Environmental Outlook to 2050, a meno che non vengano introdotti significativi cambiamenti le fonti “sporche” tra meno di 40 anni copriranno circa l’85 per cento della domanda di energia. Nonostante la recente recessione, spiega l’OCSE, si prevede che l’economia globale quadruplichi entro il 2050; la crescita degli standard di vita sarà accompagna da richieste sempre maggiori di energia, cibo e risorse naturali, ma soprattutto da livelli di inquinamento ancora più elevati. “I costi dell’inazione potrebbero essere colossali, sia in termini economici e umani”, denuncia l’Organizzazione stilando una serie di previsioni secondo lo scenario “business as usual”. Senza nuove ed ambiziose politiche che guardino sia al medio che al lungo termine l’Ocse prevede che:

Per evitare le proiezioni negative dell’Environmental Outlook al 2050, il rapporto raccomanda una combinazione di soluzioni politiche: l’uso di tasse ambientali e l’istituzione di un mercato del carbonio globale entro il 2013, la valutazione e la fissazione di un prezzo sui beni naturali e i servizi ambientali come aria pulita, acqua e biodiversità conformante al loro valore reale, la rimozione dei sussidi ai combustibili fossili nocivi per l’ambiente e la decarbonizzazione del settore dell’energia assieme alla promozione dell’innovazione verde e low-cost.

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