L’Environmental Outlook to 2050 dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico lancia un aut-aut: intervenite subito o affrontare le costose conseguenze per il futuro
- La domanda globale di energia aumenterà del 80% entro il 2050, in gran parte a causa delle economie emergenti (prevista per il 15% in Nord America, 28% in paesi europei dell’OCSE, 2,5% in Giappone e 112% in Messico) e sarà ancora coperta per l’85% mediante l’uso di combustibili fossili, il che implica un aumento del 50 per cento delle emissioni climalteranti e il peggioramento dell’inquinamento urbano.
- Lo smog urbano dovrebbe diventare entro il 2050 la prima causa ambientale di morte al mondo, seguito, in ordine, da “uso di acqua non potabile” e “mancanza di igiene”. Il numero di morti premature dovute a problemi respiratori causati dall’esposizione al particolato atmosferico potrebbe raddoppiare rispetto ai livelli attuali di 3,6 milioni l’anno a livello globale, con una maggiore incidenza in Cina e India. Dal momento che il processo di invecchiamento e l’urbanizzazione della popolazione sono più avanzati nei paesi OCSE, quest’ultimi saranno anche quelli in cui si verificherà una maggiore percentuale di morti premature attribuibili all’ozono.
- La domanda globale di acqua aumenterà del 55% a causa della crescente richiesta del settore manifatturiero (più 400%), e delle centrali termoelettriche (+140%) e per il settore domestico (+130%).
Per evitare le proiezioni negative dell’Environmental Outlook al 2050, il rapporto raccomanda una combinazione di soluzioni politiche: l’uso di tasse ambientali e l’istituzione di un mercato del carbonio globale entro il 2013, la valutazione e la fissazione di un prezzo sui beni naturali e i servizi ambientali come aria pulita, acqua e biodiversità conformante al loro valore reale, la rimozione dei sussidi ai combustibili fossili nocivi per l’ambiente e la decarbonizzazione del settore dell’energia assieme alla promozione dell’innovazione verde e low-cost.