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L’ISTAT e il consumo del suolo

L’Istituto si schiera a favore di un’indagine conoscitiva che possa individuare le cause che portano alla perdita di terreno fertile e quindi arginare il problema

(Rinnovabili.it) – Le aree urbane crescono, le superfici naturali si impermeabilizzano e il rischio di desertificazione aumenta. Sono tutti fenomeni legati al consumo del suolo, un problema contro il quale ha deciso di schierarsi anche l’Istituto nazionale di Statistica (ISTAT). Negli ultimi anni, infatti, la perdita di suolo fertile è diventata sempre più problematica, non solo per l’espansione delle aree urbane e per il fenomeno del soil sealing (cioè l’impermeabilizzazione delle superfici naturali), ma anche per effetto dei cambiamenti climatici, ai quali è legato il fenomeno della desertificazione, e per l’insieme delle attività antropiche (come l’agricoltura, per esempio), cui sono associate trasformazioni permanenti o difficilmente reversibili delle caratteristiche dei terreni. Nell’audizione di qualche giorno fa presso la Commissione Territorio, Ambiente e Beni ambientali del Senato della Repubblica, il Presidente dell’ISTAT Enrico Giovannini si è dichiarato favorevole a un’indagine conoscitiva che consenta di arrivare alla definizione di una pianificazione strategica sull’uso del territorio, finora peraltro frammentaria non solo in Italia. Per Giovannini si tratta di un’opportunità grazie alla quale sarà possibile segnalare i progressi dei sistemi informativi statistici che sostengono la pianificazione strategica sull’uso del territorio e delinearne i possibili sviluppi, attraverso l’integrazione dell’informazione e l’investimento di risorse finanziarie.