Oggigiorno l’opinione pubblica percepisce il mare anche come risorsa di energia rinnovabili, associando spesso questo settore delle scienze applicate al mare del Nord, dove da qualche decennio sono in esercizio numerosi parchi eolici off-shore.
Non tutti sanno che anche l’Italia è attiva in questo settore, e che in particolare il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) si è occupato e tuttora si occupa di tecnologie innovative per la produzione di energia elettrica legate al mare.
In questo ambito, l’Istituto di Scienze Marine del CNR ha recentemente concluso la propria esperienza nel Progetto Europeo EQUIMAR, dove ricercatori della sede di Venezia (unitamente a partner britannici, tedeschi, norvegesi, francesi, portoghesi e francesi) hanno messo a punto protocolli per la valutazione dell’efficienza di impianti per la produzione di energia da onde e correnti.
In generale, però, il mare Mediterraneo offre anche la possibilità di produrre quote significative di energia elettrica sfruttando i venti. In questa direzione il CNR-ISMAR focalizzerà i proprio sforzi nel periodo 2012-2015 all’interno del progetto CoCoNet (Towards COast to COast NETworks of marine protected areas coupled with sea-based wind energy potential), finanziato con circa 11 milioni di Euro dalla Commissione Europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro e coordinato dal Prof. Nando Boero (Univ. del Salento e associato CNR-ISMAR), che vede come principali attori anche l’unità di ricerca del CoNISMa, il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare, al quale hanno aderito circa 30 Università italiane.
Il progetto si concentrerà quindi sulla necessità di conciliare la costituzione di reti di Aree Marine Protette (AMP) con la futura installazione di Parchi Eolici Offshore (PEO), nelle zone del Mediterraneo e del Mar Nero. In particolare, i ricercatori ISMAR della Sede di Venezia porteranno il loro know-how all’interno del Progetto per ottimizzare il posizionamento di PEO in aree dove i venti siano adeguati per la produzione di energia e, al tempo stesso, rendano minimi gli impatti significativi sulla biodiversità e sul funzionamento degli ecosistemi.
Uno degli studi pilota del progetto sarà centrato nel “nostro” mare Adriatico, dove alcune zone (come ad esempio il canale di Otranto) sembrano fornire promettenti requisiti per un “posizionamento” di successo: venti intensi, profondità dalla costa non eccessive e minimizzazione dell’impatto visivo. Un valore aggiunto di CoCoNet sarà inoltre quello di mettere a sistema tutte le aree marine protette nell’area “Mediterraneo – Mar Nero”, per creare una rete trans-nazionale, che vada oltre i limiti delle regole e vincoli tipici di ogni paese. Il tutto all’insegna della più recente tecnologia (offshore) nel campo della produzione elettrica e di dati scientifici che verranno condivisi e raccolti da 39 partner in rappresentanza di 22 nazioni (tra cui Egitto, Tunisia, Russia, Turchia).
di Mauro Sclavo, Alvise Benetazzo, Sandro Carniel – Consiglio Nazionale delle Ricerche, CNR – ISMAR, Venezia