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In Kenya la frattura che spacca l’Africa in due

frattura kenya
Foto di National Geographic

 

Secondo i geologi la frattura potrebbe portare nel tempo alla divisione in due del continente africano

(Rinnovabili.it) – Una frattura del terreno lunga 10 chilometri e profonda fino a 20 metri: è l’enorme spaccatura aperta nel sud-ovest del Kenya, nella città di Narok, in piena Rift Valley, la Grande fossa tettonica che va dal nord della Siria al centro del Mozambico. Secondo quanto riportato dai media locali la frattura si sarebbe aperta velocemente, distruggendo alcuni edifici, tagliando in due l’autostrada che porta alla capitale Nairobi, ma senza fare vittime. Un abitante della zona, Eliud Njoroge Mbugua ha raccontato alla Reuters di aver visto la spaccatura formarsi attorno la sua casa. La sola cosa che ha potuto fare è stato raccogliere qualche effetto personale prima di vedere la sua casa collassare. “Mia moglie urlava, chiedeva aiuto ai vicini”, ha raccontato Njoroge.

 

A causare la frattura della terra sono stati diversi fattori combinati tra cui movimenti tellurici e lunghe settimane di alluvioni che, a differenza di altre zone africane flagellate dalla siccità, qui hanno agevolato l’infiltrazione dell’acqua nella terra e nelle rocce, causando smottamenti e frane. La Rift Valley è costantemente interessata da movimenti tellurici che possono causare terremoti. Ciò si spiegherebbe anche con l’origine vulcanica dei laghi che circondano la zona. Il contatto tra la placche africana, quella indiana e quella arabica contribuirebbe poi alle frequenti scosse. Questi movimenti spiegano anche una altro fenomeno che interessa la zona, la riduzione dello spessore della litosfera ad appena 20 km, circa un quinto di quello delle altre terre emerse in tutto il mondo. La terra lì  insiste sul corso di un fiume prosciugatosi in un’era remota: anche per questo la litosfera è così sottile. Nel lungo termine – parliamo delle prossime decine di milioni di anni – i geologi prevedono che la faglia tettonica potrebbe dividere il continente africano in due, con la separazione del Corno d’Africa. Il timore, adesso, è che si continui a costruire senza considerare le linee della faglia nella pianificazione delle nuove strade, linee ferroviarie e infrastrutture.

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