Il progetto europeo IWEA sta testando la depurazione delle acque sotterranee utilizzando membrane in ceramica, igieniche ed economiche che a fine vita vengono impiegate per la produzione di piastrelle
(Rinnovabili.it) – Aumenta il bisogno di acqua e nel 2050 i dati prevedono che circa 4 miliardi di persone vivranno in condizioni di scarsità idrica. C’è bisogno quindi di conservare al meglio la risorsa e trovare nuove tecniche che ne aumentino la disponibilità. Attualmente in molti paesi europei la maggior parte dell’acqua potabile deriva dalle acque sotterranee come in Danimarca, Austria, Islanda, Italia e Svizzera dove l’acqua viene pompata dal sottosuolo e filtrata per rimuovere ferro, manganese e altre impurità. Il problema si presenta nel momento in cui questi filtri devono essere puliti, processo che richiede l’utilizzo di almeno il 10% dell’acqua estratta, che va perduta perché scaricate come acque reflue come ha specificato André Reigersman, coordinatore del progetto finanziato dall’UE IWEC (‘Increased water efficiency with ceramic membrane technology’).
Il progetto prevede l’inserimento nel processo di depurazione di membrane di ceramica testandone la validità in un nuovo impianto pilota olandese.
“L’utilizzo di queste membrane potrebbe far risparmiare fino a due chilometri quadrati di acqua ogni anno, pari al consumo combinato di acqua potabile nei Paesi Bassi e in Svezia”, dice Reigersman. Membrane alternative in plastica si sono dimostrate infatti inefficaci perché non in grado di eliminare completamente i batteri nocivi.
Prodotte in Polonia le membrane hanno costi limitati e permettono di portare avanti la sperimentazione, calcolando anche che i nuovi dispositivi anno una durata di vita compresa tra i 15 e i 20 anni per poi essere riciclate nella produzione di piastrelle.
“La partenza è stata più difficile del previsto, ma ci sembra di aver avuto un certo successo nella rimozione di alcuni ostacoli di mercato”, dice Reigersman ricordando che la conclusione del progetto è prevista per giugno 2015.