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Italiani molto scettici sul successo della COP 21

Italiani molto scettici sul successo della COP 21 3

 

(Rinnovabili.it) – Troppe volte sono rimasti amareggiati dalle molte promesse cui non sono seguiti i fatti. Gli italiani non sono affatto convinti che alla COP 21 si raggiungerà un accordo storico sul clima, capace di innescare davvero il cambio di sistema che molti auspicano. Tantopiù che le ultime notizie che escono dalle sale del negoziato parigino non lasciano molto spazio all’illusione. Tuttavia, la coscienza del problema ambientale è ben presente nei cittadini del Bel Paese, almeno stando all’analisi di PoliticAPP, servizio dell’istituto di ricerca SWG. Secondo il sondaggio, in Italia, «il tema dell’ambiente ha cambiato pelle. Non è più un argomento per pochi; non è più un aspetto cui prestano attenzione le persone più impegnate, ma è diventato parte integrante della coscienza e dei valori della maggioranza delle persone. Solo per un quarto della popolazione, infatti, l’ambiente è un tema di moda, passeggero. Per la maggioranza dell’opinione pubblica (oltre l’85%) è un valore e una necessità assoluta».

 

Italiani molto scettici sul successo della COP 21 4I nostri compaesani, con quote che oltrepassano i due terzi dell’opinione pubblica, sarebbero «preoccupati per i cambiamenti climatici, per le emissioni di gas serra, per l’innalzamento della temperatura della superficie terrestre». Quasi la metà del campione ha espresso, in merito, un livello di apprensione molto alto. Gli analisti di PoliticAPP sono convinti che «se un tempo la partita sul clima era argomento delegato ai governi (e al comportamento degli altri), oggi è sempre di più un tema di azione individuale, un aspetto su cui tutti, e in modo concreto, devono impegnarsi».

Viene a cadere l’abitudine alla delega, le persone sarebbero più disposte ad agire. Magari tramite operazioni di boicottaggio: più del 70% degli intervistati ha dichiarato la sua propensione a boicottare prodotti provenienti da Paesi che inquinano, o a «colpire nel portafoglio le aziende italiane che spostano la produzione verso Paesi tolleranti verso chi inquina». Il sondaggio si spinge a notare negli italiani una nuova forma di «ecologia integrale», una ecologia «profondamente critica sia con il paradigma del profitto, sia con la subalternità esasperata alla tecno-economia».

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