Notificata a due giorni dalla scadenza dei termini la volontà di impedire nel nostro Paese la coltivazione degli OGM già approvati in Europa
(Rinnovabili.it) – Poche ore fa è arrivata l’ufficialità: l’Italia chiede alla Commissione europea il bando delle colture OGM già approvate a livello comunitario. La notifica è partita su iniziativa del ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, di concerto con i ministri dell’Ambiente, Gianluca Galletti, e della Salute, Beatrice Lorenzin.
Sul filo di lana, il nostro Paese si aggiunge agli altri 13 che già hanno inoltrato la comunicazione a Bruxelles. A vietare la coltivazione di piante transgeniche sul proprio territorio sarebbero, in tutto, 14 Stati e 3 Regioni, pari al 65% della popolazione dell’Unione e al 66,2 per cento della terra coltivabile (la lista è consultabile a questo link). Altri potrebbero aggiungersi prima della scadenza, fissata per il 3 ottobre. Dopo, tutto sarà più difficile: gli Stati membri potranno ricorrere alla clausola di salvaguardia prevista dalla direttiva, ma non potranno più addurre motivazioni di sicurezza ambientale o alimentare, di esclusiva competenza dell’Efsa (l’agenzia europea per la sicurezza alimentare). Dunque il percorso sarebbe più tortuoso e ricco di insidie: l’opt out potrà basarsi unicamente su ragioni di carattere socio-economico, obiettivi di politica ambientale, agricola, di ordine pubblico, pianificazione urbana e territoriale, uso del suolo e volontà di evitare contaminazioni per le colture non OGM.
Tutte giustificazioni la cui fondatezza dovrà essere giudicata dalla Commissione, e che potrebbero essere contestate in ambito Wto perché valutate come “distorsive del mercato”.
I bandi notificati possono impedire l’ingresso delle quattro varietà di mais OGM già approvate per la coltivazione nell’Unione:Monsanto MON810, Pioneer TC1507 e Syngenta GA21 e Bt11, più altri 4 in via di autorizzazione.
«Adesso dobbiamo bloccare l’approvazione di nuovi OGM e rivedere completamente il processo di valutazione dei rischi e di autorizzazione degli OGM a livello europeo – dichiara Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia – È un impegno che il presidente Jucker deve mantenere».
D’accordo anche Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti: «Gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del made in Italy».