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L’Italia continua a investire sui pesticidi

L'Italia continua a investire sui pesticidi1

 

(Rinnovabili.it) – Perché il governo continua ad investire sui pesticidi se l’agricoltura convenzionale è in perdita dal 2013? La domanda emerge dal convegno tenutosi ieri al CNR sul “Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari”, e la pongono le organizzazioni parte del Tavolo sui pesticidi. Lo compongono 16 associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica, che con in mano il rapporto INEA sullo stato dell’agricoltura, presentato a fine 2014, puntano il dito contro il governo: «L’agricoltura convenzionale ha perso il 4% di occupazione e di reddito aziendale dal 2013 – spiegano – Nello stesso periodo, sono aumentati drammaticamente i costi di produzione per l’uso di concimi (+8,8%) e pesticidi (+2,3%). La chimica non aiuta il reddito degli agricoltori, ma il governo italiano si limita a programmare un ‘uso sostenibile’ dei pesticidi invece che puntare sull’alternativa biologica».

 

L'Italia continua a investire sui pesticidi

 

 Il problema dell’attuale Piano di Azione Nazionale, secondo la portavoce delle associazioni, Maria Grazia Mammuccini, «consente ai Programmi di Sviluppo Rurale di considerare sullo stesso piano l’agricoltura biologica, quella integrata e altri metodi come quello conservativo, che fanno uso di prodotti chimici di sintesi. Insomma si investono soldi pubblici per finanziare pratiche che fanno uso massiccio di pesticidi probabilmente cancerogeni per l’uomo, come il glifosato. Un’azione inammissibile».

«Rischiamo che non ci sia nessuna risorsa a disposizione per sostenere la conversione verso l’agricoltura biologica e biodinamica – prosegue la portavoce – che  non fanno uso di pesticidi, aumentano il reddito degli agricoltori e creano maggiore occupazione per i giovani».

 

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Il nostro Paese è, secondo il rapporto ISPRA del febbraio 2015, il principale consumatore di pesticidi per unità di superficie coltivata nell’Europa occidentale, con valori doppi rispetto a quelli della Francia e della Germania. Molte sostanze sono state trovate anche nelle acque: 175 tipologie di pesticidi nel 2012 a fronte dei 166 del 2010 e di 118 del biennio 2007-2008. Quelle che più spesso hanno superato i limiti sono il glifosato e i suoi metaboliti, il metolaclor, il triciclazolo, l’oxadiazon, la terbutilazina. Ecco perché, dopo lo studio della IARC che lo ha classificato come “probabilmente cancerogeno”, le associazioni tornano a chiedere al governo di mettere un divieto in Italia.

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