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Italia e Ue discutono di Climate Change

In vista dei colloqui ufficiali del prossimo lunedì, il ministro Stefania Prestigiacomo ha incontrato oggi il commissario europeo per il clima Connie Hedegaard

Credit: Magnus Fröderberg/norden.org  (CC BY 2.5 DK https://creativecommons.org/licenses/by/2.5/dk/deed.en
Credit: Magnus Fröderberg/norden.org
(CC BY 2.5 DK)

(Rinnovabili.it) – Quale sarà la posizione della Comunità Europea alla prossima conferenza su Clima di Durban e soprattutto quale l’atteggiamento dei Ventisette sulla delicata questione di un Kyoto bis? Di questi e di altri nodi cruciali si discuterà lunedì a Lussemburgo in occasione del Consiglio dei Ministri dell’Ambiente dell’UE. Nel frattempo l’esecutivo sta raccogliendo le prime impressioni degli Stati membri attraverso una serie di colloqui, ultimo dei quali quello svoltosi oggi tra il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e il commissario europeo per il clima Connie Hedegaard. Il tema più caldo rimane quello in merito all’ipotesi del prolungamento del Protocollo di Kyoto, in scadenza per il 2012, e che attualmente vede i paesi della comunità divisi su fronti opposti, da una parte chi ritiene che l’Unione possa assumere posizioni unilaterali con un secondo periodo di trattato e chi, come l’Italia, è in cerca di un impegno globale che coinvolga tutti, a partire da Cina, Usa, Giappone, Russia e India. “L’Italia, – fa sapere il Ministero dell’Ambiente – è disponibile a considerare un eventuale prolungamento del protocollo solo a determinate condizioni: che abbia una scadenza al 2017; che ci sia un impegno delle altre economie alla riduzione delle emissioni; che ci sia un sistema comune di controllo e verifica degli impegni”.

Nel corso del colloquio odierno si è discusso anche delle conseguenze della prossima applicazione all’aviazione civile della direttiva “emission trading” e su come la norma possa penalizzare vettori con rotte prevalentemente a medio e breve raggio, come l’Alitalia. “Rispetto a chi assicura prevalentemente tratte a lungo raggio – continua la nota stampa -, le compagnie con rotte più brevi sarebbero penalizzante economicamente e questo si tradurrebbe in un danno ed in un gap di competitività per la nostra compagnia nazionale che peraltro sta uscendo da una complessa fase di ristrutturazione. Inoltre tale aumento dei costi si tradurrebbe in un inevitabile incremento dei prezzi per i passeggeri”.