(Rinnovabili.it) – La Mekorot, compagnia nazionale israeliana che gestisce l’acqua, ha deciso di mettere a disposizione il proprio know how per trovare metodi non convenzionali per ottenere acqua pulita. L’esperienza nel settore, riconosciuta a livello mondiale, verrà esportata poi fuori confine, nelle economie in via di sviluppo, per combattere la siccità e la scarsa reperibilità della risorsa.
Un aumento della popolazione, insieme alle conseguenze dei cambiamenti climatici, stanno minacciando l’approvvigionamento di acqua dolce nei prossimi decenni e i progetti dell’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (OCSE) che entro il 2050 hanno ipotizzato la crescita della domanda globale di acqua del 55 per cento.
Il presidente della Mekorot, Alex Wiznitzer, incontrando il segretario generale dell’OCSE, Angel Gurria, si sono accordati per cercare di trovare un modo per arginare una possibile calamità. “L’organizzazione è interessata a diffondere il know-how israeliano e le tecnologie verso i paesi del terzo mondo come parte di uno sforzo per affrontare la crisi idrica globale”, ha detto Gurria in una nota mentre Wizniter ha sottolineato “Il mondo sottosviluppato non capisce che l’acqua è il problema numero uno del mondo. Non il petrolio. Non il gas. Non le altre risorse. L’acqua…”
Israele ha già sviluppato un’industria miliardaria per esportare le proprie competenze e tecnologie in settori che si occupano del riutilizzo delle acque reflue, della sicurezza idrica e della desalinizzazione. Uno degli obiettivi più ambiziosi della società consiste nell’investimento di 1,5 miliardi di dollari entro il 2016 per contribuire a raggiungere l’obiettivo che punta al recupero del 90% delle acque reflue di Israele, da impiegare principalmente per l’irrigazione.