(Rinnovabili.it) – Rumorosa e inquinata l’Italia descritta nel nuovo l’Annuario e nel Rapporto Rifiuti Urbani ISPRA. Presentati stamane a Roma i documenti mettono in luce che il paese ha ridotto la quantità di rifiuti prodotti ma non ha ancora raggiunto livelli di qualità dell’aria sufficientemente buoni, con voti negativi anche per quel che concerne l’inquinamento acustico. Questi i settori di interesse delle nuove indagini, i cui dati di riferimento sono stati resi noti nella speranza che grazie a nuove politiche ambientali si possano presto convertire le tendenze negative.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria il 2012 è stato un anno definito soddisfacente per quel che riguarda le emissioni di biossido di zolfo e il benzene, insoddisfacente per particolato atmosferico, ozono, biossido di azoto e benzo(a)pirene). Male la qualità delle acque marine a causa della massiccia presenza di alghe tossiche rilevate nel 2013 in 12 regioni costiere con una tendenza generale a dover affrontare problemi causati dal comportamento indiscoplinato dell’uomo. L’annuario e il rapporto, presentati davanti al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha voluto ricordare quanto dannoso e spesso sottovalutato sia l’inquinamento acustico. Delle sorgenti di rumore sottoposte a monitoraggio nel 2012 circa il 46% ha superato i limiti di legge almeno una volta mentre al centro del Rapporto sui rifiuti urbani e sulla raccolta differenziata la diminuzione del volume degli scarti, scesi di 400mila tonnellate dal 2012 al 2013.
“La Campania al secondo posto tra le Regioni che fanno la differenza al sud, differenziando quasi la metà dei rifiuti prodotti (4%), il secondo posto dopo la Sardegna (51%)” si legge nel comunicato stampa diffuso a margine dell’evento di presentazione.
Ad essere affrontata anche la questione biodiversità visto che l’Italia vanta un elevato numero di specie animali e vegetali a rischio estinzione nonostante la presenza di 871 aree protette che occupano una superficie a terra di oltre 3 milioni di ettari, pari al 10,5% del territorio nazionale, minacciato anche da un inasprirsi sempre più evidente degli eventi meteo dannosi.
Non si arresta il consumo di suolo, “sono stati consumati, in media, più di 7 m2 al secondo per oltre 50 anni. Oggi il consumo di suolo raggiunge gli 8 m2 al secondo. In termini assoluti sono irreversibilmente persi circa 22.000 km2”. A questo va ad aggiungersi anche la porzione di territorio che si perde a causa del dissesto idrogeologico e idraulico che ha provocato “circa 499.511 eventi franosi e interessano un’area di 21.182 km2, pari al 7% del territorio nazionale. Nel 2013 sono stati censiti 112 eventi principali di frana, distribuiti su gran parte del territorio italiano” specifica il documento.