L'ISPRA ha presentato il rapporto “Gli indicatori del clima in Italia” descrivendo il 2012 come l'anno più caldo dal 1961, con febbraio caratterizzato da intense nevicate e un'estate davvero bollente
(Rinnovabili.it) – Caldo eccessivo in estate e nevicate record nel mese di febbraio. Questo il clima che secondo i dati dell’VIII edizione del Report Ispra “Gli indicatori del clima in Italia” avrebbe caratterizzato il 2012, quarto anno più caldo per l’Italia dal 1961 ad oggi. Caldo anche nel resto del pianeta, il 2012 è stato per il nostro paese il 21° anno consecutivo con temperatura media più elevata della norma.
Il rapporto è arrivato alle conclusioni consultando indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione dei dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA, www.scia.sinanet.apat.it), realizzato dall’ISPRA in collaborazione con gli organismi titolari di molte delle principali reti osservative presenti sul territorio nazionale.
Elaborare un documento che indichi le variazioni climatiche annuali è la giusta strategia per aver una base di partenza utile per la definizione delle politiche energetiche e ambientali future. Servendosi dei dati dei monitoraggi effettuati da circa 700 stazioni di rilevamento si è ottenuto un rapporto molto dettagliato che ha permesso di ottenere, ad esempio, la stima delle temperature. In generale le temperature massime sono aumentate più delle minime con una media di 0,35 °C ogni 10 anni, in particolare nel 2012 tutti i mesi eccezion fatta per febbraio e dicembre sono stati più caldi nella norma.
Anche la temperatura dei mari è stata più alta nel 2012 rispetto alle medie stagionali, la più alta dal 1961.
Le variazioni climatiche hanno sicuramente influenzato anche le precipitazioni che a livello globale si sono mantenute stabili, ma che in Italia sono state inferiori alla media climatologica del 10% circa più abbondanti della norma su Alpi e Prealpi centro-orientali, Marche, Salento e Sicilia orientale e meridionale, mentre sul resto della Penisola e sulla Sardegna sono state generalmente inferiori alla norma (fino a -25% circa).