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Isole artificiali per accogliere i profughi climatici di Kiribati?

Isole artificiali per accogliere profughi climatici di Kiribati?

 

(Rinnovabili.it) – Gli scienziati hanno più volte lanciato l’allarme: il collasso dei ghiacci dell’Antartide occidentale è divenuto oramai inarrestabile e il trend di scioglimento sta accelerando ad un punto tale che nel giro di un secolo il livello degli oceani potrebbe innalzarsi di almeno tre metri. Di fronte a queste allarmanti previsioni c’è chi è costretto a studiare fin da subito una valida exit strategy. E’ il caso della piccola repubblica del Kiribati, stato insulare dell’Oceania il cui punto più alto del territorio non arriva ai due metri sopra il livello del mare. Agli oltre 100mila isolani il surriscaldamento globale sta regalando un futuro da rifugiati climatici a cui però gli abitanti non intendono sottostare.

 

Ecco perché di fronte alla minaccia di veder scomparire nel giro di 100 anni la propria casa Kiribati risponde con un’idea originale: trasferire l’intera popolazione su isole artificiali, gigantesche piattaforme off shore a prova di climate change. Inseguendo il sogno del seasteading, l’ex-colonia britannica è pronta a valutare, letteralmente, “qualsiasi idea” per dare ai propri cittadini un futuro, “perché al momento – commenta Anote Tong, presidente della repubblica – siamo a corto di opzioni”. I villaggi più esterni dello stato, che è costituito da 33 atolli corallini disseminati in due milioni di chilometri quadrati di oceano, hanno dovuto già affrontare le prime conseguenze dell’innalzamento dei mari, costretti a spostarsi sull’atollo principale di Tarawa per sfuggire all’avanzata delle onde.

 

Ed è lo stesso Tong che a margine del Forum delle isole del Pacifico ha confidato alla stampa di aver valutato diversi modelli di isola galleggiante artificiale, simili nell’aspetto a una piattaforma petrolifera e del costo di 2 miliardi di dollari ciascuna. Troppo fantascientifica come idea? Alle critiche Tong ha risposto spiegando la necessità di prendere in considerazione anche proposte radicali. “Se tu e la tua famiglia siete di fronte alla possibilità di essere sommersi, cosa faresti? Salteresti su un’isola galleggiante o no? Credo che la risposta sia sì”.

 

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