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IPBES stimerà l’impatto dell’uomo sulla biodiversità

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(Rinnovabili.it) – La scienza si mobilita per proteggere l’ambiente e gli animali dagli impatti umani in termini di inquinamento e cambiamenti climatici. Un panel di esperti provenienti da 124 Paesi ha annunciato ieri l’avvio di un autorevole rapporto che calcola il peso antropico sulla biodiversità.

Lo studio, atteso nel 2019, esaminerà il completo spettro della biodiversità, dai batteri alle balenottere azzurre, e i cosiddetti “servizi ecosistemici”, che vanno dal valore delle barriere coralline come ambiente utile alla proliferazione dei pesci, al il ruolo delle foreste come serbatoi di carbonio.

I governi  nel 2010 hanno concordato una serie di obiettivi per la protezione della natura, tra cui lo stop all’estinzione delle specie minacciate entro il 2020, ma gli scienziati dicono di avere ancora solo una vaga idea del tasso a cui gli animali e le piante stanno morendo.

 

IPBES stimerà l’impatto dell’uomo sulla biodiversità 2Il gruppo di 124 esperti, che fanno parte della Piattaforma sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES), è stato istituito nel 2012: «L’obiettivo dell’IPBES obiettivo è fornire ai responsabili politici e alla società una comprensione più vasta di come le persone e la natura interagiscono», ha detto Simon Ferrier alto funzionario della piattaforma.

Molte piante e animali sono minacciati dalla distruzione dei loro habitat, come le foreste tropicali, per far posto a fattorie destinate alla produzione di alimenti per l’uomo. La crescita della popolazione globale provoca un boom di strade e l’espansione delle città, l’inquinamento e maggiori impatti del riscaldamento globale.

L’IPBES ha pubblicato un primo studio venerdì, che suona l’allarme sul problema degli impollinatori. Le popolazioni di api, pipistrelli, farfalle e altri animali stanno calando paurosamente, anche se svolgono un ruolo di vitale importanza per la produzione alimentare mondiale. Più di tre quarti delle colture alimentari sul pianeta fa affidamento sull’operato degli impollinatori, così come il 90% di tutte le piante selvatiche.

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