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C’è un legame tra uragani atlantici e inquinamento

La diminuzione di polveri sottili e SOx in sospensione sopra l’Atlantico – dovuta al miglioramento della qualità dell’aria in Europa e Usa – lascia passare più radiazione solare. Che a sua volta causa un aumento della temperatura delle acque, fattore direttamente legato alla formazione degli uragani

Uragani: come cambia il rischio per l’Europa
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Lo studio della Noaa sull’aumento degli uragani atlantici

(Rinnovabili.it) – Negli ultimi anni, la stagione degli uragani atlantici ha infranto tutti i record precedenti. Nel 2020 si sono contate in tutto 30 tempeste tropicali, mentre nel 2021 è stata per il sesto anno di fila sopra la norma. La crescita delle temperature, rilevava uno studio pubblicato su Pnas ad aprile 2020, ha aumentato la probabilità che le tempeste si trasformino in uragani di categoria 3 o superiore  di circa l’8% in solo un decennio.

Ma il cambiamento climatico non è l’unico fattore dietro l’aumento del numero degli uragani atlantici. C’è un altro elemento, per così dire “insospettabile”, che incide in modo significativo: il miglioramento della qualità dell’aria. Secondo uno studio della National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense apparso su Science Advances, i cambiamenti dell’inquinamento atmosferico a livello regionale nel pianeta incidono sull’attività delle tempeste.

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In particolare, lo studio della Noaa rileva che una diminuzione del 50% del particolato in sospensione in atmosfera sull’Europa e sugli Stati Uniti – polveri sottili e SOx – è direttamente responsabile di un aumento del 33% nella formazione di uragani atlantici nel corso degli ultimi vent’anni.

Il motivo? L’assenza – meglio, il diradarsi – degli aerosol in sospensione nell’aria permette a una quantità maggiore di radiazione solare di raggiungere la superficie terrestre e, in particolare, di essere assorbita dagli oceani. L’aumento di temperatura delle acque è uno dei fattori che più incidono sulla formazione di tempeste tropicali.

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Bisogna sottolineare che questo legame sembra restare valido anche ad altre latitudini. lo stesso studio evidenzia che nel Pacifico voi una riduzione del numero dei tifoni è associata ad un aumento dell’inquinamento dell’aria. Nel Pacifico, l’inquinamento da aerosol proveniente dai paesi asiatici è aumentato del 50% dal 1980 al 2010 e sta iniziando a diminuire ora. La formazione di cicloni tropicali dal 2001 al 2020 è inferiore del 14% rispetto al periodo 1980-2000.