Sappiamo ormai abbastanza sui pericoli delle microplastiche. Ora dobbiamo agire
Sono passati vent’anni da quando un articolo sulla rivista Science rivelava l’accumulo di minuscoli frammenti di plastica nell’ambiente. Da allora, la ricerca sui pericoli delle microplastiche è esplosa, con oltre 7 mila studi pubblicati che mostrano la diffusione di queste particelle nell’ambiente, negli animali e persino nel corpo umano. Dopo due decenni, un nuovo studio condotto da ricercatori da 5 diverse università ha preso in esame questo corpus di dati e ne ha tratto le prime conclusioni.
Cosa emerge dalla revisione della letteratura sulle microplastiche
Quali sono i messaggi chiave che la cosiddetta literature review ha individuato scandagliando i 7 mila studi sul tema? Che le microplastiche sono ovunque: dagli oceani alle montagne più remote. Nello specifico, sono state trovate in più di 1.300 specie animali, tra cui pesci, mammiferi e uccelli. Ne sono state individuate anche nel cibo, nell’acqua e persino nell’aria che respiriamo. Le microplastiche derivano da diverse fonti, tra cui:
- Cosmetici (microperle nei detergenti)
- Tessuti sintetici (dal rilascio di fibre durante i lavaggi)
- Pneumatici (usura durante la guida)
- Fertilizzanti rivestiti di plastica
- Pellicole in plastica usate in agricoltura
- Reti e corde da pesca.
- Granuli di gomma nei campi sportivi
Impianti di riciclo della plastica (rilasciano particelle che sfuggono ai filtri).
Come le microplastiche entrano negli alimenti e nel corpo umano
Tra i principali pericoli delle microplastiche c’è quello derivante dal passaggio attraverso la catena alimentare. Ne sono state trovate in cibi come:
- Frutti di mare
- Sale da cucina
- Miele
- Birra
- Tè
Le contaminazioni possono verificarsi in ambiente o durante la lavorazione e l’imballaggio dei cibi. Da qui passano in organi quali polmoni, fegato, reni, sangue e persino nel cervello. Sebbene alcune vengano espulse dall’organismo, molte vi rimangono a lungo.
Possibili effetti sulla salute
Studi recenti indicano possibili effetti nocivi delle microplastiche, tra cui:
- Infiammazione
- Stress ossidativo
- Risposte immunitarie alterate
- Genotossicità, con possibili mutazioni cellulari e rischi di cancro.
Cosa fare per combattere il problema?
I ricercatori che hanno svolto l’analisi individuano alcune soluzioni possibili. Tra queste:
- Implementare leggi più severe per ridurre la produzione di plastica
- Approvare un ambizioso Trattato globale sulla plastica, attualmente in fase di negoziazione all’ONU
- Riprogettare i prodotti in plastica per evitare la formazione di microplastiche.
Dopo vent’anni di ricerche, dicono, abbiamo abbastanza dati per agire. È il momento di trasformare le conoscenze in azioni concrete.