A Busan, in Corea del Sud, l’ultimo round di negoziati ha deciso di andare ai “tempi supplementari”. Il trattato doveva vedere la luce entro quest’anno ma le delegazioni non sono ancora d’accordo su molti punti fondamentali. Incluso un obiettivo globale per ridurre la produzione di plastica. Entro la prima metà del 2025 ci sarà un vertice aggiuntivo per trovare la quadra
Ci sarà un round supplementare di negoziati nel 2025. Obiettivo: chiudere finalmente la partita sul nuovo trattato globale contro l’inquinamento da plastica. Serve più tempo per smussare le posizioni di petrostati e paesi con economie molto legate alla produzione di materiali plastici. Ma l’impressione è che si possa davvero arrivare a un testo condiviso.
Si è chiuso così l’ultimo summit sull’International legally binding instrument on plastic pollution, including in the marine environment, il primo trattato globale sull’inquinamento da plastica su cui si dibatte dal 2022. Con un’apertura inaspettata: l’incontro della scorsa settimana a Busan, in Corea del Sud, in teoria doveva essere l’ultimo. La roadmap prevedeva che il testo fosse approvato all’INC-5, il 5° incontro in 3 anni. Oppure che non se ne facesse nulla.
“L’incontro di questa settimana ha fatto buoni progressi verso la conclusione dell’accordo che il mondo esige. Attraverso i colloqui di Busan, i negoziatori hanno raggiunto un grado maggiore di convergenza sulla struttura e sugli elementi del testo del trattato, nonché una migliore comprensione delle posizioni dei paesi e delle sfide condivise. Ma è chiaro che c’è una divergenza persistente in aree critiche e che è necessario più tempo per affrontare queste aree”, ha commentato la direttrice esecutiva dell’Agenzia Onu per la protezione dell’ambiente (UNEP), Inger Andersen.
All’ultima assemblea dell’UNEP “il mondo ha promesso di affrontare l’inquinamento da plastica. Ora, al prossimo round di colloqui, il mondo avrà l’opportunità di rendere finalmente ciò una realtà. Un’opportunità che non possiamo permetterci di perdere”, ha aggiunto Andersen.
Che cosa è il trattato globale sull’inquinamento da plastica
Il trattato globale sulla plastica è un accordo internazionale legalmente vincolante in fase di negoziazione, volto a combattere l’inquinamento da plastica, compreso quello marino. I suoi principali obiettivi sono:
- Prevenire e ridurre l’inquinamento da plastica, proteggendo la salute umana e gli ecosistemi.
- Affrontare l’intero ciclo di vita della plastica: dalla produzione al design, fino allo smaltimento e al riciclo.
- Promuovere soluzioni sostenibili, inclusi approcci obbligatori e volontari.
L’importanza del trattato risiede nella sua ambizione di coordinare gli sforzi globali per affrontare una crisi ambientale di portata planetaria, che ha effetti devastanti su biodiversità, salute umana ed economia.
Il testo del trattato globale sull’inquinamento da plastica prevede la creazione di un processo negoziale analogo a quelli istituiti nel 1992 su cambiamento climatico (UNFCCC), biodiversità (CBD) e desertificazione (UNCCD).
L’inquinamento da plastica è un problema globale: i dati
Il trattato globale contro l’inquinamento da plastica è cruciale per affrontare il ruolo di questo materiale nelle principali crisi odierne: ambientale, climatica, di perdita di biodiversità, sanitaria.
Ecco alcuni dati sull’inquinamento globale da plastica:
- La produzione globale di plastica è raddoppiata dall’inizio del secolo, raggiungendo quasi 400 milioni di tonnellate all’anno nel 2021.
- Più della metà della plastica mai prodotta è stata fabbricata dal 2000 in poi.
- Si prevede che la produzione globale annua di plastica raddoppi entro il 2050.
- Il consumo medio annuale di plastica è di 60 kg per persona a livello globale. Ma di 150 kg per persona in Europa occidentale, oltre il doppio della media mondiale.
- Dei 7 miliardi di tonnellate di plastica generati globalmente, solo il 9% viene riciclato, il 12% viene incenerito, il resto è smaltito in discariche, ancora in uso, o disperso nell’ambiente (inclusi oceani).
- La produzione di plastica nell’UE genera 13,4 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, pari al 20% delle emissioni dell’industria chimica europea.
- Gli esseri umani ingeriscono circa 5 grammi di plastica a settimana (equivalente al peso di un tappo di bottiglia), per un totale di 250 grammi all’anno (un piatto completo), vale a dire 44 chili nel corso di una vita.
Trattato globale sulla plastica: a che punto siamo?
A Busan, i negoziati hanno registrato alcuni progressi, anche se è mancato quel passo avanti decisivo per risolvere i nodi più controversi. Alcuni temi cruciali, da cui dipende la qualità e l’ambizione del trattato globale contro l’inquinamento da plastica, sono ancora in discussione. In particolare, le delegazioni nazionali restano distanti su:
- principi e approcci,
- cosa sono i prodotti di plastica,
- cosa si intende per processo di produzione della plastica,
- i finanziamenti per ridurre l’inquinamento da plastica.
Definizioni contese
L’INC-5 non ha stabilito se il trattato regolerà anche la produzione di plastica, abbracciando l’intero ciclo di vita dei prodotti come è suggerito dal mandato ricevuto nel 2022 all’assemblea UNEP. È il punto più dibattuto. I paesi produttori di petrolio vogliono solo attenzione al riciclo ma nessun limite alla produzione. Tutti gli altri paesi premono per introdurre dei meccanismi che riducano gradualmente la produzione globale di plastica. Se ciò avvenisse, si otterrebbe anche una riduzione dell’uso di combustibili fossili.
Altro punto fondamentale ancora in discussione: la definizione di prodotto di plastica (e di rifiuto di plastica). Da questa definizione dipende quanta parte della produzione reale di plastica sarà soggetta alle nuove regole globali vincolanti. I paesi produttori vogliono limitare l’applicazione del trattato, gli altri paesi la vogliono espandere.
Il nuovo testo negoziale sull’inquinamento da plastica
A Busan, le delegazioni hanno lavorato su un “non-paper”, un testo preparato dalla presidenza del percorso negoziale qualche mese fa. Era l’unico modo per non restare bloccati dai veti incrociati. Nei 7 giorni di lavori in Corea del Sud si è arrivati a un testo più dettagliato e condiviso, anche questo espressione della presidenza (“Chair’s text”). Sarà la base da cui ripartire nella prima metà del 2025 al prossimo round (INC-5.2).
Vediamo quali sono le principali differenze tra le due versioni e in che direzione sta andando il testo del trattato globale contro l’inquinamento da plastica (qui è possibile confrontare le due bozze).
L’obiettivo del trattato
L’articolo 1 è cambiato radicalmente. La 1° versione stabiliva come obiettivo del trattato “terminare l’inquinamento da plastica”, mentre il nuovo testo recita “proteggere la salute umana e l’ambiente dall’inquinamento da plastica”. Non ci sono più spiragli per chiedere un phase out della plastica, anche lato produzione.
Principi fondamentali
L’articolo 2 su “Principi e approcci” resta quasi identico. “Quasi” perché oltre alle 3 opzioni considerate ne spunta una 4°: nessun testo. Su questo articolo cruciale non solo a Busan non si è riusciti a ridurre il numero di opzioni alternative, si è aperta la porta a un fallimento del trattato. Senza la definizione dei principi, infatti, non si può costruire un impianto solido e coerente nel resto del testo.
Le opzioni riflettono 2 posizioni contrapposte e una più sfumata. Una versione è vaga e richiama in termini generici alcuni principi alla base di trattati e processi negoziali Onu. Una seconda versione è molto ambiziosa e cita esplicitamente una lista di principi da mettere alla base del trattato, a partire da “chi inquina paga”. La terza versione è più precisa della 1°, ma non arriva lontanamente all’ambizione della 2°.
Definizioni di base
Sulle definizioni di plastica, prodotto di plastica, rifiuto di plastica, il nuovo testo propone una sola versione. Il testo precedente elencava almeno 5 alternative per ogni voce. Tuttavia, molte delegazioni hanno già fatto trapelare insoddisfazione per questa formulazione. Sarà verosimilmente di nuovo al centro dei negoziati l’anno prossimo.
Queste sono le definizioni provvisorie:
- “Plastica” significa materiale/i costituito/i interamente o parzialmente da polimeri sintetici o semisintetici, compresi additivi o altre sostanze, che possono essere modellati durante la lavorazione e fungere da componenti strutturali dei prodotti.
- “Inquinamento da plastica” significa:
- [inquinamento causato o rilasciato durante il ciclo di vita della plastica]
- [tutte le emissioni e i rilasci derivanti dalla produzione, dall’uso, dalla gestione dei rifiuti e dalle perdite di plastica da diverse fonti e percorsi]
- “Prodotto di plastica” significa un prodotto che contiene o è parzialmente o interamente costituito da qualsiasi forma di plastica.
Prodotti di plastica
Si prevede un elenco di prodotti plastici la cui produzione viene gradualmente vietata in tutti i paesi che aderiranno al trattato, e un percorso periodico di revisione della lista. Dal perimetro di questo articolo 3, però, spariscono i precursori chimici di questi prodotti. Una scappatoia su cui i paesi produttori di petrolio si sono impuntati. E compare un nuovo articolo 4 che regola le esenzioni ammesse.
Produzione
Contestatissimo anche l’articolo 6. Il testo originale proponeva di adottare un obiettivo globale di riduzione della produzione di plastica.
La nuova versione prevede che questo intero articolo venga cancellato e aggiunge nuove formulazioni alternative che annacquano la proposta. Facendo diventare l’obiettivo non vincolante (“aspirational”), ad esempio. O sostituendo il verbo “ridurre” con “gestire”, in modo da suggerire che il problema dell’inquinamento da plastica può essere affrontato anche solo agendo sul riciclo e sul consumo, senza toccare la produzione.
Per inciso, è la stessa strategia seguita ai negoziati sul clima da chi vuole evitare anche solo di menzionare i combustibili fossili.