(Rinnovabili.it) – Che le microplastiche siano una questione molto seria e che la loro presenza sia ormai stata registrata ovunque è fatto noto e acclarato. Sappiamo per certo che sono state trovate praticamente in ogni ecosistema, dal Monte Everest alla Fossa delle Marianne, dalle spiagge più remote alle metropoli urbanizzate; ci sono microplastiche nel sangue umano e di molti animali di allevamento. Addirittura uno studio di aprile 2022 dell’Istituto Federale Svizzero per la Ricerca Forestale, Neve e Paesaggio (WSL) ha dimostrato la presenza di nanoplastiche nelle radici degli alberi della foresta, dalle quali si estenderebbero poi a foglie e rami.
Quello che è complesso è individuare la portata del fenomeno: parliamo di particelle invisibili, ancor più piccole nel caso delle nanoplastiche, e nonostante i numerosi esperimenti messi a punto per la loro misurazione è ancora lontana la prospettiva di una quantificazione puntuale della loro presenza.
Misurare la portata dell’inquinamento da microplastiche è l’obiettivo della spedizione SEA Plastics, che sta solcando il Mediterraneo per effettuare misurazioni che ci rendano l’idea del fenomeno.
SEA Plastics è un’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 2016 da studenti di AgroParisTech – un istituto francese di tecnologia specializzata in scienze della vita e dell’ambiente – che ogni anno attraversa il Mare Nostrum misurando e raccogliendo campioni di microplastiche per elaborare una stima della portata dell’inquinamento da esse generato. A ogni scalo, gli scienziati e le scienziate del team informano e sensibilizzano la cittadinanza.
L’obiettivo della spedizione del 2022 è sperimentare e sviluppare metodi nuovi per effettuare la caratterizzazione delle microplastiche e studiare i modelli di trasporto microinquinanti. La raccolta dei dati consentirà ai ricercatori di studiare come il processo di invecchiamento della plastica sia influenzato da una serie di fattori ambientali diversi tra loro.
Per realizzare questa ricerca, il team ha legato una serie di strisce a diverse altezze della nave. Ogni 10-12 giorni queste vengono rimosse e sostituite, per essere poi analizzate in laboratorio: “L’idea è di osservare come i raggi UV, il vento e lo spray marino alterano la struttura di queste plastiche nel tempo”, ha spiegato Laurine Planat, studentessa della Scuola di Scienze della Vita dell’EPFL (SV). “Tornando al laboratorio, analizzeremo le strisce al microscopio elettronico a scansione e confronteremo le nostre osservazioni con i dati meteorologici del punto in cui le abbiamo campionate.”