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Stop PFAS nei prodotti di consumo: la proposta UE arriverà nel 2026

PFAS
via Depositphots

Vietare i “forever chemicals” in tutti i prodotti di consumo. Con l’unica eccezione per alcuni usi industriali essenziali. L’idea sta circolando a Bruxelles. E sarebbe una accelerazione notevole per lo stop PFAS in Europa. Finora l’Unione Europea ha proceduto a rilento nel mettere al bando le sostanze per- e polifluoroalchiliche, comunissime in una miriade di prodotti di uso quotidiano e in molti processi industriali, ma altrettanto dannose per la salute e l’ambiente perché non si degradano, accumulandosi quindi lungo le catene trofiche e negli organismi.

Stop PFAS, proposta UE nel 2026

Il drastico stop agli PFAS sarebbe tra la lista delle priorità della nuova Commissione UE. “Quello che sappiamo di volere è un divieto nei prodotti di consumo”, ha detto all’agenzia Reuters la nuova commissaria UE per l’Ambiente, Jessika Roswall, discutendo le difficoltà che implica la messa al bando di queste sostanze.

Roswall non ha fornito molti dettagli sulla proposta a cui sta lavorando. Le tempistiche saranno lunghe: il provvedimento non è atteso prima del 2026. Perché tempi così lunghi? La ragione è la volontà di dire addio agli PFAS senza danneggiare l’industria.

Si tratta, quindi, di stabilire una tabella di marcia per lo stop alle singole sostanze che sia compatibile con la capacità dei diversi settori di adattare i processi produttivi con prodotti e sostanze alternativi.

Ma, anche, di stilare una lista di usi industriali “essenziali” che non possono essere toccati dalla messa al bando. Roswall cita, tra i possibili prodotti esentati, gli inalatori per l’asma e i semiconduttori utilizzati in tecnologie verdi come le auto elettriche.

L’idea ventilata da Roswall richiama abbastanza da vicino la proposta lanciata 2 anni fa da Danimarca, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia: mettere fuori commercio 10mila tipi di PFAS. Il costo dell’inazione, secondo un recente lavoro di inchiesta condotto a livello paneuropeo, potrebbe raggiungere i 100 miliardi di euro l’anno per i prossimi 20 anni. Secondo l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA), responsabile dell’autorizzazione alle singole sostanze, circa 4,4 milioni di tonnellate di sostanze chimiche PFAS non degradabili finiranno nell’ambiente europeo nei prossimi 30 anni.

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