Rinnovabili

Lo scandalo Dieselgate non è finito: emissioni “estreme” per il 35% dei diesel

Emissioni auto e nuovo ETS: le proposte spaccano l’UE a metà
via depositphotos.com

Coinvolta 1 auto diesel su 3 fra quelle vendute tra 2009 e 2019

(Rinnovabili.it) – Lo scandalo Dieselgate non è finito. A 7 anni dallo scoppio, sulle strade europee scorrazzano ancora 13 milioni di veicoli iper-inquinanti venduti tra il 2009 e il 2019, l’anno in cui l’Ue ha finalmente standard più rigorosi per i test sui fumi auto. Altri 6 milioni di veicoli hanno dei livelli emissivi di NOx “sospetti”. In pratica si tratta di 1 auto diesel su 3 fra quelle vendute in quei 10 anni. Tutti i marchi sono ancora coinvolti: i mezzi sotto i riflettori appartengono a circa 200 modelli di tutte le principali case automobilistiche.

La coda lunga dello scandalo Dieselgate

In tutto, la “coda lunga” dello scandalo Dieselgate riguarda il 77% dei test effettuati su veicoli diesel in Europa. Lo afferma un nuovo studio dell’International Council on Clean Transportation (Icct). “Queste emissioni in eccesso indicano il “probabile utilizzo” di una strategia di calibrazione del motore che ora può essere classificata come un impianto di manipolazione vietato, in base alle recenti sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea”, scrivono gli autori.

Nel 2015 emerse l’uso, da parte di tutti i principali marchi europei, di una tecnologia che manipolava le emissioni dei veicoli a determinate condizioni. Il dispositivo era calibrato per rispettare i parametri di legge in fase di test, ma di superarli durante la normale guida su strada. Una pratica giudicata totalmente illegale dalla Corte di Giustizia europea.

Le incongruenze nei test effettuati da enti indipendenti dal 2016 a oggi sono emerse nell’85% dei casi per le auto diesel Euro 5 e nel 77% dei casi per le Euro 6. Livelli di emissione “estremi” sono stati riscontrati in almeno il 40% dei test. Dati che secondo Icct indicano “la presenza quasi certa di una strategia di calibrazione che ora può essere considerata un impianto di manipolazione vietato”.

“È difficile contestare quella che è una grande quantità di dati analizzati e di test raccolti da più fonti”, sottolinea Peter Mock, direttore generale di Icct per l’Europa. “Tutti puntano nella stessa direzione. Dopo le sentenze della Corte, questi risultati rappresentano un solido corpo di prove per le autorità che devono indagare e potenzialmente intraprendere azioni correttive per affrontare i rischi per la salute posti dalle auto diesel europee che circolano sulle nostre strade”.

Exit mobile version