I fertilizzanti azotati portano a inquinamento atmosferico, acidificazione del suolo, perdita di biodiversità. Un nuovo studio indica però che non è mai stato valutato l’impatto dell’ammoniaca derivante dall’azoto
(Rinnovabili.it) – L’azoto è essenziale per tutti gli esseri viventi. Come fertilizzante sintetico, sostiene da anni la nostra produzione alimentare, ma, al contempo, è dannoso per l’ambiente. Può infatti avere un impatti sull’inquinamento atmosferico, l’acidificazione del suolo, sulla perdita di biodiversità e l’eutrofizzazione dell’acqua. Nonostante i numerosi studi condotti sul campo per comprendere le implicazioni della deposizione di azoto atmosferico nell’ambiente, gli esperimenti convenzionali sono stati principalmente compiuti aggiungendo la soluzione azotata direttamente sui prati o nel suolo delle foreste.
In un articolo pubblicato su Atmospheric and Oceanic Science Letters, il dott. Pan Yuepeng dell’Istituto di fisica atmosferica (IAP) dell’Accademia Cinese delle Scienze ha contestato l’approccio tradizionale nella valutazione degli impatti della deposizione di azoto. Secondo la ricerca i precedenti esperimenti sul campo hanno ignorato il ciclo dell’elemento il quale si deposita in tre modi: “pioggia, aerosol e gas; e spruzzare la soluzione di azoto sul suolo presuppone che la deposizione atmosferica si verifichi principalmente come pioggia (deposizione umida)”, come spiega Pan Yuepeng. “Tuttavia, anche la deposizione a secco di azoto reattivo al particolato nonché di azoto gassoso, in particolare l’ammoniaca (NH3), è un processo di deposizione importante” di cui tener conto. I ricercatori hanno infatti notato come siano stati attualmente condotti pochi studi sullo “scambio bidirezionale di ammoniaca tra l’atmosfera e le piante, per non parlare degli impatti dell’ammoniaca sugli ecosistemi naturali”.
Le concentrazioni atmosferiche di ammoniaca in tutto il mondo stanno aumentando sempre più anche a causa dei fertilizzanti azotati e questo elemento ha un “ruolo dominante nella deposizione di azoto e nell’inquinamento da fumo”. Per questo motivo, continuano i ricercatori “la prossima generazione di esperimenti dovrebbe imitare la deposizione di azoto sugli ecosistemi naturali considerando proprio la deposizione secca di ammoniaca”. Questo tipo di deposizione elimina una parte dell’inquinante presente nell’aria, trasferendolo al suolo senza intervento dell’acqua che si trova in atmosfera.
Dall’inizio del XX secolo il ciclo globale dell’azoto è stato significativamente modificato dall’aumento della produzione di fertilizzanti azotati e dall’uso crescente di combustibili fossili. Globalmente la produzione di azoto reattivo è aumentata esponenzialmente dal 1860 al 2005 (da 15 Tg N yr−1 nel 1860 a 187 Tg N yr−1 nel 2005) e più della metà dell’azoto prodotto dall’uomo è stato infine restituito al suolo tramite deposizione umida e secca. Per i ricercatori, dal momento in cui il deposito di azoto supera la domanda dell’elemento da parte degli ecosistemi naturali, possono verificarsi problemi ambientali a cascata ed è per questo necessario condurre esperimenti che permettano di investigare “la risposta degli ecosistemi nativi alle crescenti concentrazioni di ammoniaca nell’atmosfera”.
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