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UE in ritardo nella riforma del REACH, in pericolo persone e transizione ecologica

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EBB: “l’UE rischia di perdere la fiducia dei cittadini e di compromettere la competitività a lungo termine”

(Rinnnovabili.it) – La Commissione Europea è in forte ritardo sulla riforma della legge sulle sostanze chimiche  e questo potrà avere impatti molto grave sulla salute delle persone e sulla riuscita della transizione ecologica: questo il contenuto dello studioWaiting for REACH: The negative impacts of delaying reform of EU chemical laws”, realizzato dall’Ufficio Europeo per l’Ambiente (EEB) e da CHEM Trust.

La riforma, dice l’analisi, ha effetti potenziali positivi sul funzionamento dell’economia circolare e su competitività e innovazione dell’industria UE ma, a causa delle pressioni dell’industria chimica tedesca, la road map per la sua formulazione è stata modificata e la Commissione l’ha spostata all’ultimo trimestre di quest’anno: un ritardo drammatico, che può mettere a rischio la transizione ecologica.

Il segretario generale EEB ha utilizzato parole molto dure per presentare i risultati dell’indagine: “Il duro lavoro dei funzionari dell’UE nel realizzare una roadmap legislativa del Green Deal è impantanato dalle decisioni politiche dell’ultimo minuto dei commissari di alto livello. Questo autosabotaggio ingiustificato risponde solo alle pressioni politiche e industriali. La gente chiede politiche coraggiose per accelerare il passo del cambiamento verso un futuro pulito, resistente e privo di sostanze tossiche. Privilegiando i profitti a breve termine rispetto alle persone e all’ambiente, l’UE rischia di perdere la fiducia dei cittadini e di compromettere la competitività a lungo termine e la resilienza. Inoltre, qualsiasi ritardo nella revisione del REACH minerà l’eredità del Green Deal di Ursula von der Leyen”.

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Il ruolo dell’industria chimica tedesca nel ritardo della riforma della REACH

Il percorso era stato avviato e si stava svolgendo in maniera regolare fino all’inizio dello scorso anno quando, dopo l’invasione dell’Ucraina, le principali associazioni industriali tedesche hanno fatto pressioni molto aggressive per bloccare la revisione del REACH affermando che avrebbe danneggiato il comparto UE, nonostante in realtà la produzione e commercializzazione di prodotti chimici a livello comunitario stesse aumentando. Lo scorso settembre anche il gruppo PPE ha invocato una moratoria sulla legge, chiedendo “di alleggerire immediatamente l’onere che grava sulle imprese […] ritardando gli atti che aumenterebbero inutilmente i costi per le imprese già sotto pressione”. Obiezioni che non convincono gli addetti ai lavori. Secondo Stefan Scheuer, Chief EU Policy Advocate presso CHEM Trust: “L’industria tedesca sta conducendo una battaglia ideologica contro la regolamentazione nel tentativo di far tornare indietro l’orologio del Green Deal.”

Un ulteriore ritardo nella revisione avrà impatti negativi sulla transizione ecologica 

Lo studio ha analizzato gli impatti del rinvio della revisione della legge, dimostrando che la nuova calendarizzazione rende impossibile la conclusione delle discussioni negoziali entro le elezioni del 2024. Di conseguenza, la revisione subirà un ritardo ancora più ingente che porterà danni al percorso del Green Deal nella ridefinizione del percorso dell’industria chimica UE, che invece dovrebbe avviarsi a completare una graduale eliminazione delle sostanze chimiche dannose. 

Un ritardo di questa portata, afferma lo studio, comporterà impatti negativi sul raggiungimento degli obiettivi del Green Deal su biodiversità, qualità dell’aria e delle acque e salute sia dei lavoratori sia dei consumatori. Non procedere con la messa al bando delle sostanze, inoltre rallenterà la transizione ecologica e comporterà un ritardo nello sviluppo di alternative più sicure e metodi di bonifica o disintossicazione efficace, mettendo in mora il raggiungimento degli obiettivi climatici e sociali dell’Unione Europea, con conseguenze che potranno ripercuotersi su tutto il Pianeta. 

La necessità di modificare il REACH

Diverse ricerche hanno individuato tutti i gap dell’attuale formulazione della legge sul controllo delle sostanze, divenuta obsoleta per l’aumento di livelli di esposizione umana e ambientale. Il “Forever Pollution Project” ha rilevato in tutta l’Unione circa 17.000 aree contaminate da PFAS, nonostante il  REACH che avrebbe dovuto impedirlo fosse ritenuto la principale legge mondiale di contrasto alla diffusione di sostanze chimiche. Anche gli investitori stanno facendo pressione per l’eliminazione di queste sostanze perché ritengono che la loro diffusione metta a rischio i propri capitali e per questo richiedono una regolamentazione più rigorosa.

Del resto il Green Deal aveva sottolineato che fosse urgente una riforma della legge per garantire che le industrie UE si impegnassero in un percorso di innovazione. La scorsa settimana il Commissario per l’Ambiente Virginijus Sinkevičius, in occasione di un evento sul tema, ha dichiarato che la Commissione Europea sta “lavorando a tutta velocità sulla revisione” annunciandone l’arrivo “speriamo prima dell’estate”. 

Obiettivo giugno 2023

Secondo lo studio presentato oggi la Commissione deve fare il possibile per non spingersi oltre giugno 2023, per fare in modo che il processo negoziale sia chiuso immediatamente dopo l’avvio del nuovo mandato dell’organo nel 2024. 

Zakia Khattabi, Ministro federale belga per il clima, l’ambiente, lo sviluppo sostenibile e il Green Deal, ha sottolineato che non c’è nulla che giustifichi il ritardo: “Tutte le luci sono verdi! L’ultimo ostacolo per la Commissione a pubblicare la tanto attesa revisione del regolamento REACH è stato eliminato! Il comitato di controllo normativo ha espresso parere favorevole sulla valutazione d’impatto della Commissione. Chiedo pertanto ancora una volta alla Commissione di pubblicare quanto prima la revisione del REACH. 

La Commissione ha già dimostrato di poter realizzare grandi ambizioni nelle politiche climatiche e ambientali quando mantiene le promesse del Green Deal. È giunto il momento di consegnare uno dei fascicoli cruciali e adottare misure importanti per garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e della salute e per accompagnare le aziende chimiche nel loro cammino verso la transizione verde e digitale”. L’urgenza è stata ribadita anche da Michael Warhurst, Direttore esecutivo, CHEM Trust, che ha sottolineato i potenziali impatti negativi sulla salute di un ulteriore slittamento dei tempi: “Le persone e l’ambiente continuano ad essere esposti a sostanze chimiche pericolose, tra cui interferenti endocrini, e più lunga è la revisione REACH, più a lungo questa esposizione continua a causa dell’inefficacia delle procedure attuali. Abbiamo bisogno del nuovo REACH per fissare un obiettivo per eliminare gradualmente le sostanze chimiche più dannose entro il 2030, e abbiamo bisogno che la nuova legislazione entri in vigore il prima possibile”.

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