Il glifosato è l’erbicida più diffuso in Europa e tra i più controversi
(Rinnovabili.it) – Fumata nera per il rinnovo del glifosato in UE. Il voto di venerdì 13 ottobre dello Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed (SCOPAFF) non ha ottenuto la maggioranza qualificata necessaria per dare ancora una volta l’ok all’uso dell’erbicida più diffuso in Europa per altri 10 anni. Tre i paesi che si sono opposti – Austria, Lussemburgo e Croazia – mentre altri sei si sono astenuti (Bulgaria, Belgio, Germania, Malta, Olanda e Francia).
Le ragioni del nì
Per chi ha bloccato il sì al rinnovo del glifosato in UE non c’è un’opposizione totale e netta all’uso dell’erbicida. Le posizioni dei nove paesi che hanno fatto mancare la maggioranza – serviva l’ok di almeno 15 paesi che rappresentino il 65% della popolazione europea – sono diverse ma, in generale, la richiesta è di limitare la possibilità di usare il glifosato in alcuni ambiti specifici, non di bandirlo del tutto.
I Ventisette avranno un altro mese di tempo per limare le rispettive posizioni e cercare nuovamente un accordo. Il dossier adesso passa sul tavolo dell’Appeal Committee, che dovrà votare sulla proposta redatta dalla Commissione all’inizio di novembre. Il parere UE, l’ultimo passaggio necessario al rinnovo formale dell’autorizzazione, deve arrivare entro il 15 dicembre, quando la licenza attuale scadrà.
Il parere dell’Efsa sul rinnovo glifosato UE
Nonostante il glifosato sia estremamente controverso e per alcune agenzie internazionali – come l’Organizzazione mondiale della sanità – sia un prodotto potenzialmente cancerogeno, la proposta della Commissione resta favorevole al rinnovo. La base scientifica che informa la scelta dell’esecutivo UE è il parere dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha dato il suo assenso lo scorso luglio.
Anche in questo caso non senza aspetti problematici. L’Efsa, infatti, ha riconosciuto di non aver potuto valutare appieno l’impatto dell’erbicida. In particolare, l’Autorità ha comunicato che la sua valutazione non prende in considerazione due aspetti cruciali come il rischio alimentare per i consumatori e gli effetti sulla biodiversità dell’uso del glifosato.