Lo scorso novembre i 27 avevano dato de facto il via libera al rinnovo dell’autorizzazione al glifosato per altri 10 anni. Per 6 ogn, tra cui Pesticide Action Network e Client Earth, le valutazioni di EFSA e ECHA non rispettano il principio di precauzione e l’ok al pesticida va contro la legge UE sui prodotti fitosanitari
Il glifosato è il pesticida più diffuso in Europa
(Rinnovabili.it) – Non rispetta il principio di precauzione, la legge UE sui pesticidi e l’obbligo di proteggere i cittadini europei. Per questo la scelta dell’Europa di rinnovare l’autorizzazione al glifosato per altri 10 anni è illegale. Lo sostengono 6 ong europee e portano in tribunale la Commissione UE, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e l’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA).
Lo scorso novembre, i Ventisette hanno de facto detto sì all’uso del pesticida per altri 10 anni. La votazione non ha raggiunto alcun esito perché è mancata la maggioranza qualificata. Ma in questo modo la palla è tornata in mano alla Commissione UE, che aveva già dato parere favorevole. Troppi i nodi da sciogliere per trovare l’ok. L’Italia in quell’occasione si è astenuta, anche se nelle votazioni precedenti aveva optato per il no. A dire no al glifosato, a novembre, sarebbero stati soltanto Austria, Lussemburgo e Croazia, mentre Francia e Germania hanno continuato ad astenersi, di fatto facendo naufragare qualsiasi possibilità di raggiungere una decisione chiara.
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La Commissione presenta il suo sì al pesticida come una decisione tecnica e non politica, usando a sua volta il parere favorevole dell’EFSA come paravento. Parere su cui si sono accumulati molti dubbi. La sua ultima valutazione sull’impatto del glifosato sulla salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente, di pochi mesi fa, non ha individuato “aree critiche” che impedirebbero un rinnovo dell’autorizzazione al glifosato. In realtà, l’EFSA aveva ammesso di non aver potuto valutare il glifosato rispetto a due punti centrali come il rischio alimentare per i consumatori e l’impatto sulla biodiversità.
Ma non c’è solo questo passaggio sotto la lente delle 6 ong, cioè PAN Europe e le sue filiali in Olanda e Germania, ClientEarth, Générations Futures e GLOBAL 2000. “Siamo costernati dall’incredibile numero di violazioni del diritto dell’UE. Le prove scientifiche sull’importante tossicità del glifosato sulla salute e sull’ambiente non sono state correttamente comunicate alla Commissione dall’EFSA e dall’ECHA”, spiega Angeliki Lyssimachou, responsabile del settore Scienza e politica presso PAN Europe. “Gli agricoltori sono le prime vittime di tutto ciò. La Commissione ha riapprovato il glifosato nonostante le informazioni disponibili sulla sua tossicità e le numerose lacune nei dati. Ciò avrebbe dovuto portare a un divieto”.
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Dopo aver condotto un esame dettagliato del processo di riapprovazione del glifosato e individuato diverse “carenze critiche”, le Ong hanno presentato una richiesta di revisione interna alla Commissione. Il primo passo verso un contenzioso legale.