Guidando un team di ricerca internazionale, l’Istituto ha sviluppato una tecnologia per rimuovere l’arsenico dall’acqua con efficacia
Oggi rimuovere l’arsenico dall’acqua è una sfida cruciale per le città
Una nuova membrana per rimuovere l’arsenico dall’acqua è stata messa a punto da un team di ricerca a forte partecipazione italiana. La sfida è stata colta dal team di ricerca dell’Istituto per la Tecnologia delle Membrane (CNR-ITM), che ha sviluppato una membrana chimicamente selettiva per l’arsenico, capace di abbatterne la concentrazione nelle acque. Il lavoro, frutto di una collaborazione multidisciplinare, ha coinvolto l’Università della Calabria, l’Università di Pisa, l’Istituto di Nanotecnologie del CNR (CNR-Nanotec), l’Università di Southern Queensland, l’Università di Wuppertal e la National Taiwan University.
L’arsenico è uno degli elementi più tossici presenti sulla Terra. La presenza nelle acque sotterranee, rappresenta la principale fonte di esposizione umana. Classificato come cancerogeno di Classe 1 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), l’arsenico ha un limite di concentrazione nell’acqua potabile fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a 10 mg/L. Lo sviluppo di tecnologie efficaci per rimuovere l’arsenico dalle acque potabili è quindi cruciale.
La membrana innovativa sviluppata dal team del CNR-ITM ha dimostrato di poter rimuovere entrambe le specie di arsenico presenti in acque sorgive raccolte sull’altopiano della Sila in Calabria. L’esperimento condotto dai ricercatori ha ridotto la concentrazione sotto il limite fissato dall’OMS con una singola filtrazione in condizioni operative blande.
Risultati promettenti
“Questo è un importante traguardo,” spiega Alberto Figoli, direttore del CNR-ITM. “Le membrane finora utilizzate per rimuovere l’arsenico spesso richiedono condizioni operative severe e non sono efficienti nel rimuovere entrambe le forme di arsenico presenti nelle acque”.
“La membrana sviluppata, grazie alla sua architettura porosa, permette un elevato passaggio dell’acqua e dei sali disciolti trattenendo l’arsenico,” dice Francesco Galiano, ricercatore del CNR-ITM. “Ciò consente di mantenere inalterata la concentrazione dei minerali naturalmente presenti nell’acqua senza causarne la demineralizzazione”. In questo modo, diventa idonea al consumo umano proprio grazie alla decontaminazione.
I risultati dello studio, pubblicati su Nature Water, aprono interessanti scenari per la rimozione dell’arsenico dall’acqua. Se la tecnologia raggiungerà scale interessanti, potrebbe dare una mano a numerosi centri urbani che oggi, anche in Italia, soffrono della contaminazione.