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Rifiuti in mare, entra in azione flotta anti-inquinamento del ministero dell’Ambiente

Da queste ore in poi sarà operativa lungo le coste del Paese. Il servizio è composto da 32 unità navali altamente specializzate, di cui 9 d’altura e 23 costiere. Sono dislocate in diversi porti italiani, da Genova a Salerno. Alcune pattugliano le aree di mare in cui si trovano piattaforme off-shore per l’estrazione di petrolio. Per il ministro dell’Ambiente Sergio Costa sarà un apporto considerevole alla tutela dei nostri mari, in linea con le direttive Ue

flotta anti-inquinamento

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Entra in azione la flotta anti-inquinamento del ministero dell’Ambiente contro i rifiuti in mare; e da queste ore in poi opererà lungo tutte le coste del Paese. Nel corso di una dimostrazione a Fiumicino, alla foce del Tevere – dove era presente il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – con il battello attrezzato per il ‘marine litter’ della flotta anti-inquinamento Castalia sono stati raccolti rifiuti marini galleggianti, soprattutto plastica. A prevederlo il nuovo contratto biennale con il Consorzio che, oltre alla lotta agli idrocarburi, da quest’anno si occupa anche del tracciamento della presenza, della quantità e della composizione dei rifiuti marini, in linea con gli impegni internazionali.

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“Vedere qui in azione la flotta antinquinamento del ministero dell’Ambiente nella raccolta dei rifiuti marini è un segno tangibile di quanto sarà fatto nel resto d’Italia dalle unità costiere per il contenimento del marine litter, sia nelle acque antistanti le foci dei fiumi sia nelle aree marine protette”, afferma Costa che con l’occasione ha anche ringraziato il servizio antinquinamento “per l’apporto considerevole che darà alla tutela dei nostri mari, in linea con le direttive Ue”; Costa auspica poi che “il ddl Salvamare, già approvato alla Camera, ottenga al più presto il via libera dal Senato. Il mare italiano è il doppio della superficie terrestre italiano: era necessario dare una sterzata, insieme agli armatori, alla società civile, alle autorità portuali, ai pescatori, ai consorzi di recupero dei rifiuti. Affinché i rifiuti in mare diventino un ricordo e la blue economy sia qualcosa di concreto”.

La flotta anti-inquinamento è composta in totale da 32 unità navali altamente specializzate, di cui 9 d’altura e 23 costiere. Di queste, le 9 unità di altura e quattro costiere sono dislocate in diversi porti italiani, da Genova a Civitavecchia a Salerno, in modo da garantire un pronto intervento in caso di inquinamento; mentre altre 19 unità costiere, oltre ad agire in caso di inquinamento, svolgono il pattugliamento per il contenimento dei rifiuti marini, sia nelle acque. E 4 di quest’ultime unità pattugliano le aree di mare in cui si trovano piattaforme off-shore per l’estrazione di petrolio (Vasto, San Benedetto del Tronto, Licata e Pozzallo).

Per l’attività in questione, il ministero viene affiancato dal Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (Corepla), con il quale è stato sottoscritto nell’estate 2020 un accordo per un progetto sperimentale di riciclo del materiale plastico recuperato a mare dalla flotta. In questo modo si farà carico di verificare, misurare e analizzare le quantità e la qualità dei rifiuti oggetto della sperimentazione provenienti dalle imbarcazioni e valutare l’effettiva riciclabilità degli imballaggi in plastica raccolti.

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“Monitorare la quantità e la tipologia dei rifiuti raccolti è indispensabile per comprendere le cause del littering e per individuare, in sinergia con le istituzioni, le azioni da mettere in campo per prevenirlo – dichiara il presidente di Corepla, Giorgio Quagliuoloper questo, nell’ambito delle attività sperimentali e innovative promosse dal Consorzio per la tutela del nostro mare, stiamo portando avanti anche il risanamento dell’ecosistema marino”; inoltre promuoviamo anche “l’economia circolare e sensibilizziamo la collettività sulla corretta gestione dei rifiuti. Alla base del percorso c’è innanzitutto la presa di coscienza che esiste una connessione profonda tra tutti i partecipanti al sistema economico, e che le azioni poste in essere da ciascuno, a partire da una corretta gestione dei rifiuti e da comportamenti consapevoli, hanno effetti sull’intero sistema”.