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Recuperare la plastica in mare con la tecnologia blockchain

Da quest’estate, con la ripresa dei viaggi, l’inquinamento da plastica in mare potrebbe aumentare del 50%. La ONG ateniese Keep Blue Sea ha una soluzione: raccogliere la plastica, mappandone la provenienza, producendo da quest’ultima una nuova materia prima.

mare di plastica
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Plastica in mare, un’emergenza mondiale

Per quest’estate, con la ripresa della vita dopo questi anni di pandemia, si prevede un aumento del 50% della plastica in mare e sulle spiagge. Il dato è annunciato dalla ONG Keep Sea Blue, una no-profit di stanza ad Atene che è già corsa ai ripari. L’associazione ha infatti lanciato un progetto sul Mediterraneo il cui obiettivo è salvare il mare dalla plastica. Grazie alla collaborazione con Oracle Cloud, il progetto ambisce a promuovere l’economia circolare della plastica che inquina le coste e a tutelare gli ecosistemi marini.

In tutto il mondo ogni anno otto milioni di tonnellate di plastica vengono disperse in acqua: si tratta di un’emergenza globale che anche il nostro mare, tra gli ecosistemi più vulnerabili al mondo, subisce. Il Mar Mediterraneo, infatti, secondo le stime, raccoglie quasi 230.000 tonnellate di plastica l’anno. L’inquinamento generato mette in pericolo gli ecosistemi marini e danneggia gravemente la biodiversità.

Keep Sea Blue è attiva nel contrasto all’inquinamento da plastica in mare, raccogliendone ogni mese circa 150 tonnellate, pari a 5 milioni di bottiglie. Con la fine delle restrizioni legati al Covid19 e la ripresa dei viaggi il rischio è che la situazione si aggravi. Guardando alle stime del settore turistico, secondo la ONG, è già possibile ipotizzare che nel 2022 l’inquinamento aumenterà del 50%.

Recovered Seaside Plastic: la plastica recuperata in mare torna a essere materia prima

“La cosa positiva riguardo a ciò che abbiamo creato – spiega Lefteris Bastakis, il fondatore di Keep Sea Blue – è che ora ciascuno può monitorare e vedere cosa succede con i rifiuti che ha raccolto. Se un team di volontari o una comunità locale raccoglie 200 chili di plastica, possono controllare dove va a finire e come è stata utilizzata per creare un nuovo prodotto. E questo è incredibilmente stimolante per tutti”.,

Il materiale raccolto – bottiglie, nylon, reti da pesca e altro – viene infatti sottoposto a cernita e trasformato in “Recovered Seaside Plastic”. La circolarità del progetto sta nel fatto che dai rifiuti trovati in mare, dopo opportuno trattamento, si produce una plastica riciclata certificata. Le aziende possono utilizzare per i prodotti o gli imballaggi realizzati con questa materia prima il logo “Recovered Seaside Plastic”, mostrando ai propri clienti la prova della propria circolarità e sostenibilità.

La piattaforma si basa sulla tecnologia blockchain di Oracle, in grado di tracciare la plastica fino alla sua origine, la zona cioè in cui i volontari la raccolgono. “Le tecnologie avanzate sono strumenti potenti nella lotta ai cambiamenti climatici”, ha dichiarato Stefanos Dionysopoulos, Country Leader di Oracle Grecia. “. La piattaforma basata sulla blockchain di Keep Sea Blue utilizza la nostra tecnologia in modo estremamente innovativo e siamo molto orgogliosi di contribuire al loro successo. Ci auguriamo che questo modello pratico di economia circolare incoraggi sempre più organizzazioni a sfruttare il potere della tecnologia per creare valore aziendale in modo sostenibile”.