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Quanto inquina la sala operatoria? Studio evidenzia come ridurre emissioni

Una ricerca canadese ha evidenziato che le sale operatorie consumano da 3 a 6 volte più energia per spazio occupato rispetto al resto dell'ospedale.

Quanto inquina la sala operatoria? Studio evidenzia come ridurre emissioni
Fonte Pixabay

Anche le operazioni chirurgiche sono fonte di inquinamento. Come dire che il bisturi inquini. Togliamo il “come dire”, perché una ricerca canadese ha evidenziato che le sale operatorie consumano da 3 a 6 volte più energia per spazio occupato rispetto al resto dell’ospedale. E un terzo dei rifiuti ospedalieri viene dalle sale dove si usa il bisturi come routine. I test preoperatori e postoperatori, i farmaci, le forniture dei vari materiali, insomma tutto ciò che è usato nella pratica chirurgica genera emissioni di CO2.

Ospedali “inquinanti”: 36% di emissioni del settore sanitario


Negli Stati Uniti, l’assistenza sanitaria produce l’8,5% delle emissioni di CO2. Gli ospedali contribuiscono per circa il 36% di tutte le emissioni del settore. Secondo i 3 autori dello studio, Wendy Levinson, Irene Chang e Sarah Ward dell’University of Toronto in Canada sono necessarie modifiche nell’assistenza chirurgica. “Sensibilizzare sulla gestione delle risorse e diffondere raccomandazioni per ridurre le cure di basso valore” può servire dicono gli autori, portando l’esempio del Canada: in 5 anni, sono diminuiti del 10%, 8 indicatori di uso eccessivo di test e trattamenti. Sembra che l’82% dei 130 chirurghi interpellati sarebbe disposto a cambiare la propria pratica clinica in nome dell’ambiente.

Cinque azioni per ridurre l’impronta ecologica delle sale operatorie

Il primo punta da rispettare è il beneficio per i pazienti. Da qui si stima che fino al 30% dell’assistenza sanitaria potrebbe essere non necessaria. Ad esempio ridurre le procedure chirurgiche non essenziali può ridurre le emissioni di carbonio, ma sono 5 le azioni da adottare durante ogni fase dell’assistenza per ridurre gli effetti avversi sul clima:

  1. valutare se i test e i trattamenti siano realmente necessari;
  2. sostituire i trattamenti con alternative a basse emissioni di carbonio;
  3. migliorare la qualità tradizionale con l’obiettivo di migliorare un risultato ambientale (un esempio? La riduzione degli strumenti monouso);
  4. modificare le pratiche di routine per ridurre le emissioni di carbonio;
  5. sostenere il cambiamento dei sistemi sanitari.

Sala operatoria, cambiare la routine per abbattere le emissioni

Secondo gli autori, ad esempio, nella fase preoperatoria i medici possono sconsigliare procedure standard come l‘artroscopia del ginocchio nei pazienti anziani con malattia degenerativa delle articolazioni, e astenersi dal prescrivere esami preoperatori non necessari.
Infatti, circa il 30% dei pazienti considerati a basso rischio di complicazioni da procedure chirurgiche si sottopongono a elettrocardiogrammi, radiografie del torace ed esami di laboratorio. Ma non servono. Indagini preoperatorie in un’unica visita e valutazioni tramite telemedicina ridurrebbero al minimo le emissioni legate ai viaggi.

Esempi di buone pratiche in sala operatoria

Migliorare lo smaltimento dei rifiuti nelle sale operatorie può ridurre l’uso di energia in sala operatoria. Basta evitare che i rifiuti non contaminati finiscano nei bidoni dei materiali a rischio biologico. Infatti, gli addetti ai lavori stimano che il 26% delle forniture sterili monouso aperte per procedure chirurgiche non venga utilizzato. La sterilizzazione successiva o smaltimento non servono. E gli infermieri di sala operatoria possono astenersi dall’abitudine di scartarli tutti.

Sostituire gli articoli monouso con alternative riutilizzabili, come camici e lenzuola sterili riutilizzabili, riduce significativamente gli sprechi ed è preferibile per l’ambiente, anche dopo aver tenuto conto dell’energia utilizzata per il lavaggio e l’autoclavaggio.

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About Author / Paolo Travisi

Ancora prima che giornalista, curioso per natura. Ha iniziato a scrivere per mestiere nel 2004, dapprima in tv, poi su giornali nazionali e web. Appassionato di scienza e tecnologia (ma non solo), ama scoprire nuovi argomenti di cui poter scrivere ed imparare. In questa avventura per Rinnovabili si occupa in particolare di economia circolare e mobilità sostenibile, e realizza i contenuti video per i social.