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Quando non esiste una dose sicura per la tossicità delle sostanze chimiche

Secondo un nuovo rapporto della Endocrine Society, i regolatori adottano metodi criticabili per stabilire la tossicità delle sostanze chimiche

tossicità delle sostanze chimiche
Foto di National Cancer Institute su Unsplash

Il boom di plastica, pesticidi e PFAS ha aumentato il rischio di tossicità delle sostanze chimiche

(Rinnovabili.it) – Il modo con cui si calcolano le soglie di tossicità delle sostanze chimiche non è abbastanza accurato e non elimina i rischi per la salute. Lo dice senza mezzi termini un rapporto scientifico redatto dalla Endocrine Society e dall’International Pollutants Elimination Network. 

Il dossier, pubblicato all’inizio di questa settimana, evidenzia i rischi derivanti dall’esposizione a plastica, pesticidi e sostanze chimiche persistenti per miliardi di persone in tutto il mondo. Gli esperti criticano il modo in cui i regolatori determinano la tossicità, suggerendo che, per molte sostanze comuni, non esiste una dose sicura. L’aumento della produzione chimica e di plastica è associato, secondo loro, al crescente numero di disturbi del sistema endocrino negli ultimi 20 anni.

Il boom della plastica e dei pesticidi associato a maggiori disturbi endocrini

Le vendite di plastica sono cresciute di trenta volte dal 1970 e il trend è coerente con l’aumento di numerose malattie. Il rapporto identifica diverse sostanze, tra cui pesticidi come il glifosato, additivi utilizzati nella plastica, sostanze chimiche persistenti (PFAS), ftalati e bisfenoli, come interferenti endocrini collegati a malattie croniche come diabete, malattie neurologiche, problemi riproduttivi, infiammazioni e compromissione del sistema immunitario.

Più del 75% delle malattie più gravi, calcola il report, è associato a sostanze come queste presenti nel cibo, nei giocattoli per bambini e negli elementi d’arredo. Gli scienziati mettono in discussione alcuni assunti su cui si basa la regolamentazione. Ad esempio, quello secondo cui le sostanze chimiche aggiunte ai cibi quando entrano nel corpo non lo fanno agli stessi livelli di quando sono assunte direttamente. Inoltre, criticano l’idea che dosi sufficientemente basse di sostanze chimiche tossiche siano sicure.

Ad esempio, l’erbicida glifosato altera l’espressione degli ormoni sessuali anche a bassi livelli. Alcuni studi, citati dagli scienziati, hanno rilevato che le donne di alcune regioni agricole in USA hanno maggiori probabilità di partorire prematuramente, di abortire, e che i figli di chi usa pesticidi hanno maggiori probabilità di presentare “deficit neurocomportamentali”.