Il rapporto Ue sulla qualità dell’aria con i dati 2018
(Rinnovabili.it) – La qualità dell’aria migliora in tutta Europa ma i dati restano ancora al di sotto delle attese. E l’Italia si conferma ancora tra i paesi meno virtuosi per gli sforamenti nei livelli di particolato sottile (PM2.5). E’ la fotografia dell’inquinamento atmosferico e dei suoi impatti sulla salute nel vecchio continente scattata dall’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) nel suo rapporto annuale. Che causa ancora 492mila morti premature.
Il documento si riferisce ai dati per il 2018. Secondo l’agenzia, l’esposizione al particolato fine ha causato circa 417mila morti premature in 41 paesi europei, di cui quasi 380mila dentro i confini dell’Unione europea. Si tratta di un leggero miglioramento, conteggiabile in 60mila morti in meno rispetto al 2009. Sempre nell’Ue, le morti premature attribuibili al biossido di azoto (NO2) e all’ozono troposferico (O3) sono rispettivamente 54mila e 19mila. Per il biossido di azoto, la riduzione dei decessi è stata di circa il 54% nell’ultimo decennio.
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Ma i dati positivi si fermano qui. Il rapporto conferma che la maggior parte degli europei è ancora esposto a livelli di inquinanti eccessivi, cioè superiori ai valori espressi dalle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità. Quando non a livelli illegali. E’ il caso dell’Italia. Che quanto a valori di PM2.5 ha un ruolino di marcia pari a quello dell’est Europa. Roma ha sforato i valori di particolato sottile nel 2018, insieme a Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Polonia e Romania.
Forse anche per questa ragione il rapporto tra morti premature legate alla scarsa qualità dell’aria e popolazione totale è peggiore in Italia rispetto agli altri grandi paesi europei. Nella penisola nel 2018 si sono verificati 65.700 decessi prematuri per inquinamento atmosferico. In Francia e Gran Bretagna, che hanno una popolazione appena superiore a quella italiana (circa 66 milioni di persone), le morti sono state rispettivamente 41.300 e 39.900.
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E sempre in questi dati che mettono l’Italia agli ultimi posti della classifica continentale si potrebbe trovare una parte della spiegazione del tasso di mortalità per Covid-19 che nella penisola è più elevato che in altri paesi. Alcuni studi scientifici di recente hanno ipotizzato e provato a dimostrare questo legame.