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Migliora la qualità dell’aria nell’UE, ma nelle città gli inquinanti superano i limiti

La qualità dell’aria nell’UE migliora. Eppure, nonostante la progressiva riduzione delle emissioni, il rapporto della EEA evidenzia che nel 2022 il 96% della popolazione urbana dei Paesi UE è stata esposta a livelli di inquinanti atmosferici dannosi per la salute superiori ai limiti indicati dall’OMS

Migliora la qualità dell’aria nell’UE, ma nelle città gli inquinanti superano i limiti
Foto di Tim van der Kuip su Unsplash

La qualità dell’aria cambia tra i Paesi UE

La qualità dell’aria nei Paesi dell’Unione Europea sta complessivamente migliorando, e questa è una buona notizia.

Tuttavia c’è anche l’altra faccia della medaglia: il 96% degli europei che vivono nelle città sono esposti a concentrazioni di particolato fine (PM 2.5, un inquinante atmosferico particolarmente dannoso presente nelle aree urbane) e di ozono che sono al di sopra del livello di riferimento dell’OMS.

Analisi dell’inquinamento atmosferico

La European Environment Agency (EEA) ha presentato un breve rapporto – Europe’s air quality status 2024 – in cui fa il punto sull’inquinamento atmosferico nell’Unione Europea.

La situazione complessiva non è molto rasserenante: l’inquinamento atmosferico rappresenta il maggiore rischio per la salute delle persone nell’UE.

Il rischio di malattie cardiovascolari e respiratorie è tale da compromettere la qualità della vita e causare con molte probabilità patologie mortali che, a pensarci bene, sarebbero evitabili se la qualità dell’aria fosse migliore.

Gli attuali standard sulla qualità dell’aria fissati dall’UE non sono ancora rispettati in tutti i Paesi membri, ma prima o poi dovranno recepirli. Infatti i nuovi standard, che dovrebbero entrare in vigore nel 2030, saranno più ambiziosi di quelli attuali.

Qualità dell’aria e morti premature

Per questa data, la Commissione Europea ha fissato l’obiettivo intermedio di ridurre (almeno del 55% rispetto ai livelli del 2005) le morti premature causate dal particolato fine. Le linee guida sulla riduzione degli inquinanti nell’aria elaborate in sede UE sono comunque meno rigorose rispetto ai limiti fissati dall’OMS.

Il particolato fine deriva principalmente dalla combustione di combustibili solidi per il riscaldamento domestico, dalle attività industriali e dal trasporto su strada. Anche le emissioni di ammoniaca dovute all’agricoltura contribuiscono in modo significativo alla formazione di particolato fine nell’atmosfera.

Nonostante la progressiva riduzione delle emissioni, il rapporto della EEA evidenzia che nel 2022 la quasi totalità della popolazione urbana dei Paesi UE è stata esposta a livelli di inquinanti atmosferici dannosi per la salute superiori ai limiti indicati dall’OMS.

La situazione in Italia

In Italia sono state rilevate concentrazioni di particolato fine superiori al valore limite annuale dell’UE.

In particolare, nell’Italia settentrionale le concentrazioni elevate di PM 2,5 sono dovute alla combinazione di una elevata densità di emissioni antropiche e di condizioni meteorologiche e geografiche che favoriscono l’accumulo di inquinanti atmosferici nell’atmosfera e la formazione di particelle secondarie.

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