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Qualità dell’aria in Europa, nel 2020 oltre 300mila morti premature tra PM2.5, NOx e O3

Qualità dell’aria in Europa: 238mila morti da PM2.5 nel 2020
Photo by Léonard Cotte on Unsplash

Il trend dell’inquinamento atmosferico in Europa è in miglioramento da 2 decenni

(Rinnovabili.it) – L’inquinamento atmosferico è ancora “il più grande rischio ambientale per la salute in Europa”. E se negli ultimi due decenni i dati mostrano un miglioramento chiaro e costante, in molte aree la qualità dell’aria in Europa è ancora troppo bassa. Lo afferma l’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) nell’ultimo aggiornamento sulla presenza di inquinanti nei cieli d’Europa.

Le cause dell’inquinamento atmosferico

Nel 2020, secondo i dati EEA, le morti premature da inquinamento da polveri sottili nei Ventisette sono state 238mila. Decessi che avvengono soprattutto nelle aree urbane dove, nel 96% dei casi, i livelli di PM2.5 sono superiori ai limiti di sicurezza indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità (5 µg/m3). Nello stesso anno, l’agenzia UE calcola che le morti attribuibili a livelli eccessivi di NOx siano 49mila mentre quelle legate all’esposizione a livelli di ozono troppo alti avrebbe provocato 24mila decessi prematuri.

Numeri che restano impressionanti, anche se il trend è in diminuzione. Ed è anche in linea con gli obiettivi che Bruxelles si è data per fine decennio: ridurre del 55% le morti premature dovute a scarsa o pessima qualità dell’aria in Europa. Anche se serve uno scatto ulteriore per riuscire a portare gli inquinanti sotto i livelli di guardia, ritenuti dannosi per la salute, entro metà secolo.

L’ambito su cui bisogna lavorare di più è, ancora una volta, il riscaldamento degli edifici – residenziali, commerciali e istituzionali. Da qui deriva il 44% del PM10 e il 58% del PM2.5, calcola l’EEA. Le morti da NOx eccessivi, invece, sono più legate al trasporto stradale, da cui origina il 37% delle particelle, seguito da agricoltura e industria con, rispettivamente, il 19% e il 15%.

Qualità dell’aria in Europa ed ecosistemi

Nel conto vanno poi aggiunti i danni provocati dalla scarsa qualità dell’aria agli ecosistemi. Secondo l’EEA, nel 2020 livelli eccessivi di depositi di azoto hanno riguardato ¾ degli ecosistemi europei, mentre l’ozono a terra ha colpito negativamente il 59% delle aree boschive e il 6% di quelle agricole. Anche se quest’ultima cifra può sembrare marginale, porta con sé un danno economico, in termini di raccolti di grano danneggiati, calcolato in almeno 1,4 miliardi di euro, concentrato soprattutto in Francia, Germania e Polonia.

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