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Scarsa qualità dell’aria e problemi di salute? Il cittadino può denunciare lo stato

In un parere, l’Avvocato generale della Corte di Giustizia europea sostiene che un cittadino di Parigi ha diritto a portare in tribunale la Francia chiedendo un risarcimento di 21 milioni per danni alla salute causati da inquinamento dell’aria oltre i limiti comunitari

Nuovo ETS: l’Europarlamento vuole una clausola di opt-out per auto e case private
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Nuova giurisprudenza UE sul nesso qualità dell’aria – salute

(Rinnovabili.it) – In tutta Europa, i cittadini potranno portare lo Stato in tribunale se la qualità dell’aria è a livelli così bassi da poter danneggiare la salute. Lo ha stabilito oggi un parere della Corte di Giustizia europea, sottolineando che i limiti UE all’inquinamento atmosferico sono fissati per proteggere la salute umana e per garantire più diritti agli individui.

Il parere è formulato dall’Avvocato generale Juliane Kokott e si basa sul contenzioso da 21 milioni di euro tra un residente della Grande Parigi e lo stato francese. La corte di Versailles che sta giudicando il caso si è quindi rivolta al massimo tribunale europeo per sapere se, e a quali condizioni, la mossa del privato parigino è legittima.

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“Nelle sue conclusioni presentate oggi”, recita il parere del tribunale con sede a Strasburgo, “l’avvocato generale Juliane Kokott ritiene che una violazione dei valori limite per la protezione della qualità dell’aria ai sensi del diritto dell’UE può dar luogo il diritto al risarcimento da parte dello Stato”, dal momento che “le tre condizioni classiche della responsabilità dello stato per i danni causati agli individui a seguito di violazioni del diritto dell’UE imputabili allo stato si applicano anche qui”.

L’esito della causa resta però ancora tutto da vedere. Il querelante, infatti, dovrà dimostrare che esiste un nesso causale diretto tra lo sforamento francese dei limiti per la qualità dell’aria a Parigi dal 2010 a oggi e la sua situazione di salute.

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Non solo. La sentenza aggiunge che “anche se fosse provato un nesso diretto tra una grave violazione dei valori limite e un danno alla salute, la questione non si chiuderebbe qui. Piuttosto, lo Stato membro può discolparsi provando che tale superamento dei valori limite si sarebbe verificato anche se avesse adottato in tempo utile piani di qualità dell’aria che soddisfano i requisiti della direttiva”.