Rinnovabili • Qualità dell’aria: la Cina si autorizza a inquinare di più nel 2021 Rinnovabili • Qualità dell’aria: la Cina si autorizza a inquinare di più nel 2021

Qualità dell’aria, è pessima per miliardi di persone

Secondo il nuovo report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla qualità dell’aria, il 99% della popolazione mondiale è esposta a inquinamento atmosferico. Il database monitora la concentrazione di particolato e biossido di azoto, sostanze che creano impatti sulla salute della popolazione.

Qualità dell’aria: la Cina si autorizza a inquinare di più nel 2021
Foto di Ferdinand Feng da Pixabay

Pubblicato il database sulla qualità dell’aria 2022

(Rinnovabili.it) – La qualità dell’aria a cui è esposta la maggior parte della popolazione terrestre è al di sopra delle soglie stabilite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si tratta del 99% degli abitanti del Pianeta, in base al monitoraggio effettuato in 6000 città e 117 paesi.

Ogni anno sono 13 milioni le morti dovute all’inquinamento atmosferico che sarebbero state evitabili.  Primi indiziati ancora il particolato fine e il biossido di azoto. Si tratta di sostanze connesse all’utilizzo di combustibili fossili mettono in pericolo la salute delle popolazioni, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito.

Le attuali preoccupazioni energetiche evidenziano l’importanza di accelerare la transizione verso sistemi energetici più puliti e più sani“, ha detto il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’OMS. “Gli alti prezzi dei combustibili fossili, la sicurezza energetica e l’urgenza di affrontare le due sfide sanitarie dell’inquinamento atmosferico e del cambiamento climatico, sottolineano l’urgente necessità di muoversi più velocemente verso un mondo che è molto meno dipendente dai combustibili fossili.”

Il nuovo database sulla qualità dell’aria, pubblicato dall’OMS a ridosso della Giornata Mondiale della Salute (7 aprile), lancia un allarme circa l’aria malsana cui il 99% della popolazione è esposto.

Nel 2021 l’OMS aveva modificato le proprie linee guida rendendole più rigorose per quanto riguarda PM e NO2. Il database del 2022 è basato su questi nuovi criteri, fortemente voluti dalla comunità medica internazionale e dalle organizzazioni dei pazienti. 

Il report è stato elaborato misurando a terra le concentrazioni medie annuali di biossido di azoto (NO2) e di PM10 e PM2,5. Si tratta di sostanze inquinanti derivate per lo più dall’utilizzo di combustibili fossili.  Mai prima di adesso avevamo avuto a disposizione una banca dati tanto ampia, che tiene conto dell’inquinamento atmosferico registrato direttamente sul terreno. Oggetto di indagine, in questo momento, la qualità dell’aria di 2.000 città in più rispetto agli ultimi aggiornamenti. Questo vuol dire che, da quando il database è stato lanciato nel 2011, c’è stata una crescita nella segnalazione di quasi sei volte.

Le sostanze incriminate

Quasi tutte le città hanno problemi con il biossido di azoto, un inquinante urbano precursore di particolato e azoto, mentre il particolato è in diminuzione, ma soltanto nei paesi ad alto reddito.

Nei paesi a basso e medio reddito la maggior parte della popolazione è esposta all’inquinamento atmosferico. La situazione è particolarmente grave, tenendo conto che proprio in questi contesti abbiamo una copertura inferiore in termini di monitoraggio della qualità dell’aria.

A livello globale, il 17% delle città del mondo più ricche riesce a stare al di sotto delle soglie limite di qualità dell’aria stabilite dall’OMS per quanto riguarda PM2,5 e PM10, mentre nei paesi più poveri soltanto 1% riesce a tenersi entro di queste. L’esposizione a NO2 risulta invece omogenea, sforando i limiti posti dalle linee guida OMS in circa il 23% delle 4000 città monitorate.

I rischi per la salute

I problemi connessi alla diffusione di queste sostanze sono innanzitutto sanitari. Il corpo umano risulta danneggiato dall’inquinamento atmosferico e i nuovi dati mostrano come anche livelli bassi di inquinanti possano essere pericolosi.

Il particolato è una sostanza fine, e soprattutto il PM2,5 (quello che cioè ha un diametro di 2,5 micrometri) riesce a penetrare nei polmoni e nel sangue. Questo lo rende in grado di causare impatti respiratori o cardiovascolari e cerebrovascolari come infarti e ictus. Recenti studi hanno inoltre evidenziato come il particolato interagisca anche con altri organi e possa provocare altre malattie.

Anche il biossido di azoto è associato a problemi respiratori come l’asma, il cui acuirsi è infatti connesso a bassi standard di qualità dell’aria. L’alta concentrazione di questa sostanza è associata a sintomi respiratori come tosse, respiro affannoso e difficoltà respiratorie, aumento dei ricoveri ospedalieri e delle visite al pronto soccorso.

Cosa possono fare i governi per migliorare la qualità dell’aria

L’OMS ha posto l’accento sulla necessità di interventi a opera dei governi centrali. “Dopo essere sopravvissuti a una pandemia, è inaccettabile avere ancora 7 milioni di morti prevenibili e innumerevoli anni di buona salute prevenibili a causa dell’inquinamento atmosferico. Questo è ciò che stiamo dicendo quando guardiamo alla montagna di dati sull’inquinamento atmosferico, prove e soluzioni disponibili. Eppure, troppi investimenti sono ancora stati investiti in un ambiente inquinato piuttosto che in aria pulita e sana“, ha dichiarato la Dott.ssa Maria Neira, Direttore dell’OMS, Dipartimento dell’Ambiente, Cambiamenti Climatici e Salute.

Tra gli interventi suggeriti:

  • – revisione degli standard nazionali di qualità dell’aria in base alle nuove Linee guida dell’OMS;
  • – monitoraggio e identificazione delle fonti di inquinamento;
  • – sostegno all’utilizzo esclusivo di energia domestica pulita;
  • – efficienza energetica abitativa;
  • – interventi sulla mobilità: trasporti pubblici sicuri e convenienti, reti ciclabili e pedonali;
  • – maggior rigore per le norme su emissioni ed efficienza dei veicoli, con più controlli sulla manutenzione;
  • – gestione virtuosa dei rifiuti industriali e urbani;
  • – riduzione dell’incenerimento dei rifiuti agricoli, degli incendi boschivi e delle attività forestali che danneggiano la qualità dell’aria;
  • – formazione degli operatori sanitari sull’inquinamento atmosferico e le sue conseguenze;