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Presentati i risultati di PrepAir su agricoltura e qualità dell’aria

aziende agricole energivore
via Pixabay

Agricoltura e qualità dell’aria: il progetto PrepAir

(Rinnovabili.it) – L’agricoltura ha un importante ruolo per la qualità dell’aria nel bacino padano. Queste le evidenze del progetto LIFE PrepAir, i cui risultati sono stati presentati a Bologna in un evento che ha contato 250 partecipanti. PrepAir è giunto alla sua conclusione dopo tre anni, i risultati prodotti sono stati illustrati alla presenza dei partner che lo hanno animato, capofila dei quali è la Regione Emilia-Romagna. 

Il progetto è condotto da 18 partner italiani e sloveni e coinvolge le cinque regioni del bacino padano e la Provincia di Trento. Le iniziative messe in campo vanno dalla raccolta dati alla sensibilizzazione su agricoltura, emissioni e qualità dell’aria. Lo scopo è implementare i piani regionali e l’Accordo per la qualità dell’aria nel Bacino padano. 

PrepAir ha previsto diverse azioni applicate a una pluralità di settori, dall’agricoltura alla combustione di biomasse per uso domestico, dal trasporto ai consumi energetici. Gli esiti del progetto hanno ipotizzato lo sviluppo di strumenti comuni utili a monitorare le emissioni e valutare di conseguenza la qualità dell’aria nell’area interessata.

La relazione tra agricoltura e qualità dell’aria

Gli esiti dello studio sono il prodotto dei dati incrociati tra agricoltura e qualità dell’aria e ne dimostrano la relazione. Ad esempio, la quantità e la qualità delle emissioni è legata alla composizione chimica delle sostanze usate nell’agricoltura. A incidere sono però anche i cicli biologici degli animali, la composizione del terreno e il meteo. Fattore importante anche la capacità di assorbimento delle piante. 

Il progetto ha inoltre dedicato un focus alle polveri sottili fini derivate dall’ammoniaca. Il fenomeno deriva dalla gestione non virtuosa dei reflui zootecnici.  Per poter stimare le emissioni di ammoniaca in atmosfera è stato attivato il “BAT Tool”, uno strumento che consente il calcolo delle emissioni elaborando i dati delle tecniche applicate negli allevamenti. 

Nel corso della giornata di presentazione dei risultati del progetto si sono succeduti diversi interventi che hanno ipotizzato soluzioni per la riduzione di questo tipo di emissioni. Le strategie presentate sono il risultato delle sperimentazioni effettuate proprio all’interno del progetto PrepAir. 

Prevedere e quantificare le emissioni attraverso il BAT Tool

Lo strumento è stato introdotto a partire dal 2019. Sono quasi cinquemila le simulazioni aziendali effettuate, con importanti risultati. A gennaio di quest’anno è poi stata presentata una versione più approfondita del tool, ma la prospettiva è di ampliare ulteriormente la metodologia di valutazione dei vari scenari emissivi per quantificare in maniera puntuale le riduzioni possibili. 

La proposta intende individuare i target di riduzione già definiti e raggiungibili applicando le buone pratiche e associare a queste ultime una specifica quota di riduzione dell’ammoniaca. Ogni impresa potrà scegliere il proprio target di riduzione. 

La giornata ha inoltre visto una tavola rotonda tra i Direttori Ambiente e Agricoltura delle Regioni del Bacino Padano. Gli esiti della discussione sono giunti alla richiesta di introduzione di misure specifiche anche a livello nazionale ed europeo, a partire dagli strumenti in via di definizione. Si è a più riprese sottolineata la necessità di superare le risorse al momento stanziate coinvolgendo diversi e ulteriori stakeholder a livello nazionale. 

Occorre investire più risorse per individuare strumenti e soluzioni

I promotori del progetto hanno sottolineato come “trent’anni fa, i piani di tutela delle acque fecero capire che l’agricoltura può condizionare la qualità della risorsa idrica. Oggi si capisce che può condizionare l’aria. Ma c’è un problema di risorse: si deve capire su scala nazionale che c’è un’emergenza vera, che siamo su ordini di grandezza importantissimi. E dobbiamo agire in tempi non troppo lunghi, altrimenti spenderemo più di sanzioni di quanto faremmo con nuovi investimenti”. 

Queste riflessioni sono il frutto del lavoro triennale condotto in rete tra i settori di agricoltura e ambiente – specie quelli dedicati alla qualità dell’aria – delle varie regioni interessate, e la sinergia tra gli attori in gioco potrebbe in futuro generare una migliore gestione delle problematiche connesse all’inquinamento. 

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