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Le polveri sottili prodotte dai freni sono più tossiche delle emissioni di un motore diesel

Le pastiglie dei freni realizzate con materiali organici che non contengono amianto e con materiali ceramici causano il maggiore stress ossidativo e infiammazioni sui polmoni

Polveri sottili: i freni inquinano più del diesel
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Sostituire i veicoli diesel e benzina con auto elettriche non elimina del tutto l’inquinamento. I mezzi a batteria, più pesanti, generano quantità maggiori di particolato per l’usura di pneumatici e freni (motivo per cui le nuove norme UE sulle emissioni auto prevedono limiti anche per questi due casi). Ma le polveri sottili generate dai freni potrebbero essere più tossiche di quelle generate dal processo di combustione ed espulse con i gas di scarico dei veicoli endotermici. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Particle and Fibre Toxicology.

Auto e inquinamento da polveri sottili, il ruolo dei freni

Gli autori confrontano l’impatto sugli alveoli dei polmoni delle polveri sottili (PM2.5) generate da diversi dispositivi frenanti e dalla combustione nel motore. Quattro le tipologie analizzate:

  • a basso contenuto metallico,
  • semimetalliche,
  • organiche senza amianto,
  • ibride ceramiche.

Risultato? Le pastiglie dei freni realizzate con materiali organici che non contengono amianto e con materiali ceramici causano il maggiore stress ossidativo e infiammazioni sui polmoni. Sono fattori che possono portare a malattie come il cancro o fibrosi polmonare. Inoltre, alterano i processi metabolici nel corpo e influenzano l’equilibrio dei metalli nell’organismo.

Perché? Gli effetti più dannosi, secondo i risultati dei test effettuati dagli autori, sono correlati all’alto contenuto di rame. Più è elevata la quantità di rame presente sulle pastiglie, più aumenta l’impatto negativo sulle cellule dei polmoni una volta inspirate queste particelle.

E il confronto tra gli effetti di queste particelle e quelli generati dall’esposizione alle polveri sottili combuste da veicoli diesel mostra che il particolato più pericoloso è quello prodotto dall’usura dei freni. Ad esso è associata l’alterazione maggiore dell’omeostasi cellulare.

“Le alterazioni nei percorsi biologici osservate sono state collegate a una serie di malattie tra cui la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la fibrosi polmonare idiopatica (IPF), il cancro, le malattie cardiovascolari, il morbo di Alzheimer e l’invecchiamento precoce, scrivono gli autori nello studio.

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