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Cina: continua la guerra alla plastica monouso

I sacchetti di plastica saranno vietati in tutte le principali città della Cina entro la fine del 2020 e banditi in tutte le città del paese entro il 2022. Inoltre, entro il 2025 la Cina vuole ridurre del 30% il consumo di articoli in plastica monouso nel settore della ristorazione.

Plastica monouso
Credits: Jasmin Sessler da Pixabay

Svelate le politiche cinesi per la restrizione di uso, vendita e produzione di plastica monouso.

 

(Rinnovabili.it) – Le Nazioni Unite hanno identificato la plastica monouso come una delle maggiori sfide ambientali del mondo. Vaste quantità di rifiuti di plastica non trattati vengono ogni giorno sepolte in discarica o scaricate nei fiumi. Di fronte a questo scenario, anche la Cina sta intensificando le sue politiche di restrizioni nei confronti della produzione, della vendita e dell’uso di prodotti in plastica monouso, il cui smaltimento rappresenta uno dei maggiori problemi ambientali del paese.

 

La Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme e il Ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente cinese, fautore della nuova politica sulla plastica monouso, hanno dichiarato domenica scorsa che i sacchetti di plastica saranno vietati in tutte le principali città della Cina entro la fine del 2020 e banditi in tutte le città del paese entro il 2022. I grandi mercati che vendono prodotti freschi saranno però esenti dal divieto fino al 2025.

 

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Entro la fine del 2020, l’industria della ristorazione non potrà più utilizzare cannucce monouso. Altri prodotti, come le posate di plastica nei ristoranti da asporto e gli imballaggi, verranno eliminati gradualmente, facendo in modo che, entro il 2025, le città di tutta la Cina riducano del 30% il consumo di articoli in plastica monouso nel settore della ristorazione. Alcune regioni e specifici settori produttivi dovranno inoltre affrontare delle restrizioni nella produzione di prodotti in plastica, sebbene non sia ancora chiaro quali siano le aree geografiche interessate.

 

La Cina ha anche ribadito l’obiettivo dello 0% nell’importazione dei rifiuti entro il 2020, con particolare attenzione verso i rifiuti di plastica per uso medico. Si tratta di un cambiamento radicale, iniziato già nel 2017, e grazie al quale il paese ha ridotto l’importazione dei rifiuti solidi dall’estero del 47% nel corso del 2018. In tutto questo, la Cina sta già aumentando i tassi di riciclaggio e sta costruendo dozzine di centri per “l’uso completo delle risorse”, come riporta Reuters, garantendo così che un maggior numero di prodotti entri nei processi di riciclo e riuso come parte integrante della sua guerra ai rifiuti.

 

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