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I batteri si stanno evolvendo per mangiare la plastica a causa dell’inquinamento

Stop alla plastica: perché serve un bando globale vincolante
Foto di Rupert Kittinger-Sereinig da Pixabay

1 organismo microbico su 4 ha sviluppato enzimi mangia-plastica

(Rinnovabili.it) – L’inquinamento da plastica è un fenomeno globale che non risparmia le vette dell’Everest né gli abissi oceanici. Così pervasivo e duraturo che alcuni geologi propongono di definire i livelli dell’Antropocene proprio a partire dalla comparsa di materie plastiche. Da oggi c’è una prova in più sull’impatto epocale della plastica sul pianeta: i microbi si stanno evolvendo per mangiarla.

Lo rivela uno studio della Chalmers University of Technology di Gothenborg, in Svezia, che ha passato al vaglio più di 200 milioni di geni presenti in campioni di Dna raccolti da batteri presenti sia su terreni che in mare. L’analisi ha permesso di isolare 30mila enzimi diversi, in grado di degradare 10 differenti tipologie di plastica. E ha rilevato che 1 organismo microbico su 4 ha sviluppato questi enzimi.

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Uno degli aspetti più interessanti è la distribuzione degli enzimi che permettono di degradare la plastica. Infatti, non sono equamente distribuiti nei diversi ecosistemi, ma variano anche sensibilmente da una zona all’altra. I ricercatori sono riusciti a stabilire che queste variazioni non sono legate alle specie di batteri ma alla maggiore o minore presenza di plastica. In altri termini, e con qualche approssimazione, più i batteri vivono in un ambiente contaminato dalla plastica, più tendono a sviluppare delle variazioni genetiche che permettono loro di degradarla.

“Abbiamo trovato molteplici linee di prova a sostegno del fatto che il potenziale di degradazione della plastica del microbioma globale è fortemente correlato alle misurazioni dell’inquinamento plastico ambientale – una dimostrazione significativa di come l’ambiente sta rispondendo alle pressioni che stiamo esercitando su di esso”, ha detto Aleksej Zelezniak, uno degli autori dello studio apparso su Microbial Ecology.

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Dagli anni ’50 a oggi la produzione globale di polimeri plastici è cresciuta di 190 volte e ora si attesta a 380 mln di t l’anno. È questo boom, spiegano i ricercatori, che ha permesso il processo di evoluzione identificato nello studio. Per essere certi che si trattasse di nuovi enzimi, gli scienziati hanno compilato un database di enzimi già noti per le loro proprietà di degrado della plastica e hanno scartato dai campioni tutti quelli che combaciavano. La parte restante, composta da enzimi simili, restituisce una fotografia dell’evoluzione in corso.

“Attualmente, si sa molto poco su questi enzimi che degradano le materie plastiche, e non ci aspettavamo di trovarne un numero così grande in così tanti microbi e habitat ambientali diversi. Questa è una scoperta sorprendente che illustra davvero la portata del problema”, spiega Jan Zrimec, parte del team di ricerca.

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