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Contaminazione da PFAS, in Italia frutta e verdura 5 volte più inquinate di 10 anni fa

Lo studio dell’ISDE fotografa la tendenza alla contaminazione da sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate attraverso i pesticidi impiegati in agricoltura. L’Italia va peggio della media europea

PFAS frutta verdura: in Italia aumentano di 5 volte in 10 anni
Foto di Alexander Schimmeck su Unsplash

Sempre più PFAS nella frutta e nella verdura che consumiamo in Italia. Il Belpaese ha un tasso di crescita della contaminazione superiore alla media europea. Di poco per la frutta, molto più consistente per gli ortaggi. Il trend degli ultimi 10 anni è negativo: i campioni analizzati che presentano tracce di sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate, aumentano di oltre 5 volte tra 2011 e 2021.

L’accumulo di PFAS nella catena alimentare e la formazione di “cocktail chimici” pongono rischi cronici per la salute, in particolare per gruppi vulnerabili come donne incinte, neonati e bambini.

Sono i risultati di uno studio condotto dall’ISDE, l’International Society of Doctors for Environment. Che mostra come l’Italia, per molti aspetti, abbia dati peggiori rispetto al resto d’Europa. Nello stesso periodo di tempo, un’analisi di Pesticide Action Network (PAN) Europe di aprile scorso, sosteneva che la percentuale di frutta e verdura contenente residui di pesticidi PFAS nell’UE è quasi triplicata nel decennio 2011-2021, con un tasso di crescita del 220% per la frutta e del 247% per gli ortaggi.

PFAS nella frutta e nella verdura: i dati per l’Italia

La crescita della contaminazione da PFAS della frutta in Italia mostra un incremento medio del 292%, leggermente superiore alla media europea. Per gli ortaggi la crescita molto più elevata, pari al 536%, rispetto alla media europea.

Complessivamente, i campioni analizzati nei 10 anni sono oltre 46mila. Durante questo periodo, una media dell’8,2% dei 28.138 campioni di frutta è stata contaminata con residui di almeno un pesticida PFAS. Il numero massimo di pesticidi PFAS rilevati in un singolo campione di frutta è stato di tre, mentre un totale di 18 diversi pesticidi PFAS sono stati rilevati in tutti i campioni di frutta.

Nel 2021, ultimo anno di analisi per cui sono disponibili dati definitivi, risultava contaminato il 17% della frutta. Un po’ meno della media UE. Ma per alcuni tipi di frutta il dato italiano è decisamente peggiore del resto d’Europa. In particolare per:

  • Banane: 60% (contro il 18% a livello UE).
  • Pere: 48% (contro il 36% a livello UE).
  • Pesche: 38% (contro il 36% a livello UE).

La percentuale di campioni di frutta contaminati da residui di pesticidi PFAS è aumentata dall’1,9% nel 2011 al 10,7% nel 2021

Per le verdure, il tasso di contaminazione nel 2021 è stato inferiore a quello della frutta: il 3,2% dei 18.317 campioni contenenti residui di almeno un pesticida PFAS. Tuttavia, anche in questo caso la tendenza sui 10 anni è preoccupante. La percentuale di campioni vegetali contaminati da residui di pesticidi PFAS è aumentata dallo 0,7% nel 2011 al 5,2% nel 2021

Per l’ISDE, è urgente che la politica approvi un divieto delle sostanze attive PFAS nei pesticidi. Bisognerebbe considerare “la persistenza di una sostanza attiva o quella dei suoi metaboliti come un effetto inaccettabile per l’ambiente”, scrivono gli autori dello studio, sottolineando la tendenza ad accumularsi dell’inquinamento da PFAS in frutta e verdura e non solo.

Bisognerebbe poi rivedere l’allegato II del regolamento sui pesticidi e “vietare le sostanze attive persistenti, mobili e tossiche (PMT) e molto persistenti e molto mobili (vPvM)”. Migliorando, al contempo, l’attuazione del regolamento.

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