In una lettera indirizzata all’Organizzazione mondiale della sanità, scienziati esperti di PFAS e PFOA chiedono di rivedere le nuove linee guida sui limiti di sicurezza per la salute umana nell’acqua potabile
PFAS e PFOA sono soprannominati “forever chemicals”
(Rinnovabili.it) – Le nuove linee guida dell’Onu su PFAS e PFOA fissano limiti troppo alti e non tengono conto di tantissimi studi scientifici che confermano l’esistenza di effetti negativi di queste sostanze chimiche sulla salute umana. Lo sostengono 116 scienziati esperti di questi composti in una lettera indirizzata all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in cui chiedono di rimettere mano profondamente al documento provvisorio che fissa i limiti consigliati di concentrazione nell’acqua potabile.
Il documento dell’Oms segue “un approccio apparentemente arbitrario” invece di uno basato sulla difesa della salute e “non tiene conto della solida evidenza di danni alla salute umana a livelli di esposizione rilevanti per l’ambiente”, notano i firmatari. I nuovi limiti proteggono la salute umana meno di quanto non sia già oggi possibile fare con le tecnologie di depurazione dell’acqua che abbiamo a disposizione, aggiungono.
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I composti poli e perfluorurati e l’acido perfluoroottanoico (PFAS e PFOA) sono sostanze chimiche ampiamente riconosciute come dannose per la salute, che hanno la capacità di perdurare nell’ambiente – e quindi di accumularsi nei nostri corpi – al punto da essere soprannominate “forever chemicals”. Perché fissare limiti blandi, quindi? Tra le righe, gli scienziati accusano l’Oms di aver ceduto ai lobbisti dell’industria chimica e di aver fissato limiti bassi, addirittura più bassi di quelli già in vigore in alcuni paesi occidentali.
“In quanto organismo autorevole, l’Oms dovrebbe applicare le politiche sui conflitti di interesse, in modo che coloro che hanno conflitti finanziari o di altro tipo non ricoprano ruoli consultivi, di revisione paritaria o decisionali”, si legge nella lettera. “Chiediamo con forza all’Oms di evitare qualsiasi suggerimento di possibile mancanza di obiettività e chiediamo che l’Oms identifichi i nomi, le affiliazioni e i potenziali conflitti di interesse di coloro che sono stati coinvolti nella preparazione o nella peer-review di questa bozza e di qualsiasi documento futuro dell’Oms”.
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