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L’Onu salva la petroliera Safer: evitato il peggior disastro ambientale della storia dopo Deepwater Horizon

Dopo anni di tentativi per recuperare i fondi necessari, le Nazioni Unite fanno partire la missione di messa in sicurezza e decommissioning della nave

Petroliera Safer: evitato un disastro ambientale nel mar Rosso
crediti: Boskalis via Flickr

Sarebbe stato il peggior disastro ambientale della storia dopo quello della Deepwater Horizon

(Rinnovabili.it) – La più lunga tregua in otto anni di guerra in Yemen evita il più grande disastro ambientale della storia. Stanno finalmente per iniziare le operazioni di messa in sicurezza della petroliera Safer. Ormai abbandonata dall’inizio del conflitto. Senza alcuna manutenzione. E ancora carica di 1,1 milioni di barili di petrolio. Che rischiano di finire sversati in mare.

Da anni le Nazioni Unite cercavano di mobilitare i donatori internazionali per racimolare i 129 milioni di dollari necessari per svuotare le cisterne della petroliera Safer. Cifra appena raggiunta, che ha permesso di far dirigere verso il porto di Ras Isa, dove la Safer era in servizio come nave per Floating Storage and Offloading (FSO), la nave cisterna Ndeavor e una unità di supporto tecnico della Boskalis/SMIT.

“Sono entusiasta di essere sul sito della #FSOSafer a bordo della Ndeavor con il team Boskalis/SMIT. Dopo 2 anni di lavoro politico, di raccolta fondi e di sviluppo del progetto UNDP, l’operazione in acqua sta per iniziare! #StopRedSeaSpill”, ha scritto su Twitter il coordinatore Onu per le operazioni umanitaria in Yemen, David Gressly.

La storia della petroliera Safer

La petroliera Safer era in servizio al largo del porto yemenita di Ras Isa, sul mar Rosso, dal 1988. La scoperta del petrolio nel paese arabo e lo sviluppo dell’infrastruttura necessaria per l’export fece optare il governo dell’epoca per una piattaforma galleggiante, una nave ormeggiata al largo che funziona come un deposito di greggio. Lo scoppio dell’ultima guerra in Yemen, tra la fine del 2014 e marzo 2015, congela le operazioni del terminal petrolifero ma anche quelle di manutenzione.

Ras Isa e il vicino porto di Hodeida sono uno dei punti caldi del conflitto tra le fazioni ribelli degli Houthi e le milizie che appoggiano il governo centrale, ritiratosi nella capitale provvisoria di Aden. Hodeida era l’unico punto di ingresso per gli aiuti umanitari nel paese: controllarlo significa mettere le mani su beni da distribuire alla popolazione per guadagnare consenso (e gestire il giro di corruzione legato agli aiuti).

Nel frattempo la situazione della petroliera Safer si aggrava. L’acqua di mare corrode l’imbarcazione, che secondo alcuni esperti è persino a rischio esplosione. Il pericolo di uno sversamento del petrolio in mare è concreto. Sarebbe stato un disastro ambientale di proporzioni mai viste per una petroliera. Secondo, per greggio potenzialmente sversato, soltanto al disastro della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico che riversò in acqua più del doppio del petrolio contenuto nella Safer.