La nave non ha subito alcuna manutenzione dal 2015 a causa della guerra civile. Accertamenti tecnici dell’Onu fatti di recente dicono che dalla nave possono uscire 1,1 mln di barili di greggio in qualsiasi momento. Basterebbero 80 mln di dollari per smantellarla
La petroliera FSO Safer è in servizio a Ras Isa dal 1988
(Rinnovabili.it) – Sarebbe “imminente” una fuoriuscita di greggio dalla petroliera FSO Safer, abbandonata al largo dello Yemen. La nave ha a bordo 1,1 milioni di barili di petrolio e non ha ricevuto praticamente nessun intervento di manutenzione dal 2015 a causa della guerra civile nel paese. “La nostra recente visita con esperti tecnici indica che la nave sta per rompersi”, ha dichiarato stamane il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per lo Yemen, David Gressly.
La FSO Safer è in servizio al largo del porto yemenita di Ras Isa dal 1988. La scoperta del petrolio nel paese arabo e lo sviluppo dell’infrastruttura necessaria per l’export fa optare il governo dell’epoca per una piattaforma galleggiante: in pratica una nave ormeggiata al largo che funziona come un deposito di greggio. Dal 2015 però lo Yemen è in guerra e il vicino porto di Hodeida è uno degli epicentri del conflitto. Da lì, tra le altre cose, passano quasi tutti gli aiuti umanitari in entrata. Una gallina dalle uova d’oro per le fazioni in guerra perché controllare il flusso permette di rivendere gli aiuti, guadagnare molto e lasciare a secco i rivali.
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Smantellare la FSO Safer costerebbe appena 80 milioni di dollari, mentre arginare il disastro ambientale che si scatenerebbe in caso di oil spill drenerebbe anche 20 miliardi. Sono le stime fornite dall’ONU, che oggi insieme al governo dell’Olanda organizza una raccolta fondi tra grandi donatori per raggiungere la cifra necessaria a mettere in sicurezza la petroliera e smantellarla a Ras Isa.
“La sala macchine è già stata allagata una volta. Se la petroliera affonda, esplode o inizia a perdere, circa 140.000 tonnellate di petrolio finiranno nel Mar Rosso, con conseguenze catastrofiche per le persone e per l’ambiente”, avverte l’ambasciata olandese in Yemen. Se questo dovesse accadere, il disastro ambientale “spazzerà via varie specie di pesci e le barriere coralline, e 126.000 pescatori yemeniti perderanno il loro sostentamento. L’ONU stima che nell’area intorno al Mar Rosso circa 30 milioni di persone saranno colpite da un disastro di questa portata”.
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