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Perdite di metano, l’Europa ha un problema enorme nel Sahara algerino

Perdite di metano: il maggiore hub del gas dell’Algeria ha leak da 40 anni
crediti : Unearthed

Arginare le perdite di metano è una priorità della strategia UE

(Rinnovabili.it) – Uno dei giacimenti algerini da cui l’Europa importa gas ha enormi perdite di metano da quasi 40 anni. Tra il 2017 e marzo 2022, su 384 giorni con buone immagini satellitari disponibili, ben 188 hanno registrato leak di questo gas serra con potere climalterante 82,5 volte maggiore di quello della CO2. Per il periodo precedente, tra il 1984 e il 2017, i giorni sono solo 35 ma la qualità delle immagini è nettamente inferiore e rende complicata l’individuazione delle fuoriuscite di CH4.

Lo rivela un’inchiesta di Unearthed, condotta per conto di Greenpeace dall’università di Valencia. Il giacimento di gas in questione è Hassi R’Mel, il 18° più grande del mondo. Ma è anche un hub di fondamentale importanza per l’Algeria e tutto l’export del paese maghrebino verso l’Europa. Da Hassi R’Mel, infatti, partono i gasdotti Maghreb-Europe e il Medgaz, che finiscono in Spagna, e il Trans-Mediterranean che sbarca in Sicilia dopo aver attraversato la Tunisia. Dall’hub sarebbe partito anche il Galsi, il gasdotto proposto per collegare Algeria e Sardegna.

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“Il pennacchio di metano più grande proveniente dalla stazione di compressione era di circa 4,5 tonnellate all’ora ed è stato rilevato il 21 novembre 2021, con una soglia di rilevamento di circa una tonnellata all’ora”, scrive Unearthed. Secondo le stime del dossier, l’anno scorso Hassi R’Mel avrebbe rilasciato in atmosfera quasi 1 milione di tonnellate di metano (939mila). “Questa quantità di metano equivale all’incirca alle emissioni annuali di 17 milioni di automobili americane”, notano gli autori.

Mentre l’Algeria continua a rifiutare di agire contro le perdite di metano – alla COP26 è rimasta fuori dalla Global Methane Pledge che riunisce 105 paesi e vuole tagliare i leak del 30% entro il 2030 – con la guerra in Ucraina l’Europa (e l’Italia in particolare) guardano sempre di più al paese maghrebino come a un fornitore alternativo di primaria importanza. L’accordo siglato tra Roma e Algeri a marzo prevede un aumento dei flussi verso il Belpaese di 9 miliardi di metri cubi l’anno. Già prima della guerra, l’Algeria forniva il 12% dell’import di gas UE.

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