La perdita di petrolio ha interessato il Mill Creek, nella contea di Washington
(Rinnovabili.it) – Una perdita da 14.000 i barili di petrolio. Lo sversamento più grande mai registrato nei 12 anni di attività del Keystone. L’incidente è avvenuto la settimana scorsa in Kansas, nella contea di Washington al confine con il Nebraska. Le autorità non sono ancora riuscite a stabilire la causa della perdita di petrolio, che è stata però contenuta evitando un impatto ambientale ancora maggiore.
L’impatto della perdita di petrolio
La fuoriuscita di greggio, infatti, ha interessato un corso d’acqua, il Mill Creek. Dopo aver rilevato un calo di pressione, la compagnia che gestisce l’oleodotto, la canadese TC Energy, ha interrotto il flusso del Keystone, ha isolato il segmento da dove ha avuto origine il leak, e ha avviato le operazioni di contenimento per impedire che la perdita di petrolio scorresse più a valle. Secondo l’Epa, l’agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti, finora il leak non avrebbe un impatto né sull’acqua potabile né su altri corsi d’acqua dell’area, e sarebbe stato contenuto entro 3 miglia a valle dal punto di sversamento.
“Ci vorranno mesi, forse anche anni prima di avere una visione completa di questo disastro, conoscere l’entità dei danni e ripulire tutto”, ha affermato Zack Pistora del Sierra Club. Operazione complicata dal tipo di greggio trasportato dal Keystone: petrolio da sabbie bituminose. “Tutte le perdite di petrolio sono complesse, ma quelle da tar sands, in particolare, sono molto tossiche e molto difficili da ripulire”, ha spiegato Jane Kleeb, fondatrice del Bold Nebraska environmental and landowner rights, un movimento di protesta contro l’espansione dell’oleodotto nota come Keystone XL.
12 anni di fuoriuscite
L’oleodotto Keystone è una delle principali arterie degli idrocarburi che connette i giacimenti di sabbie bituminose del Canada con i grandi porti di raffinazione e esportazione in Texas, tra Houston e Port Arthur. Da questa pipeline passano ogni anno 660mila barili di petrolio, circa il 15% di tutto il greggio importato dagli Stati Uniti dal vicino settentrionale. L’infrastruttura non è nuova a perdite di petrolio, anche se negli Stati Uniti non se ne erano mai verificate di questa portata. Tra le più recenti, a ottobre 2019 un leak da oltre 9mila barili interessò il North Dakota, due anni prima in South Dakota c’era stata una fuoriuscita di almeno 5mila barili.