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Microplastiche negli oceani, ecco il satellite che le può individuare

Uno studio dell’università del Michigan usa i satelliti della rete Nasa CYGNSS per monitorare l’andamento dei venti oceanici. Le increspature dell’acqua rivelano anche la presenza di elementi estranei, incluse le microplastiche

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La rugosità degli oceani causata dal vento è un indicatore della presenza di microplastiche

(Rinnovabili.it) – Un satellite nato per spiare le increspature degli oceani create dal vento aiuta a contrastare l’inquinamento da microplastiche. La tecnica l’ha messa a punto l’università del Michigan sfruttando una rete di satelliti statunitensi, il CYGNSS (Cyclone Global Navigation Satellite System) della Nasa.

Finora l’inquinamento da microplastiche negli oceani e la sua concentrazione reale erano rilevati solo grazie alle navi commerciali e di ricerca. Il calcolo partiva dall’analisi delle microplastiche raccolte dalle reti da pesca usate per raccogliere il plankton e altri microorganismi marini. Ma questo metodo ha due limiti importanti: può campionare solo porzioni ristrette degli oceani e potrebbe sottovalutare le concentrazioni in aree poco battute e lontane dalle regioni settentrionali dell’Atlantico e del Pacifico, dove le correnti tendono ad accumulare i rifiuti marini.

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Il nuovo metodo parte invece dalle rilevazioni dei satelliti che fanno parte della rete CYGNSS e ricava le informazioni sulla concentrazione di microplastiche proprio da come la superficie marina viene increspata dai venti. “Sapevamo che quando c’è molto materiale che galleggia nell’acqua, i venti non la rendono più increspata. Quindi abbiamo provato a calcolare quanto le misurazioni indicassero che la superficie era più liscia di quanto avrebbe dovuto essere se i venti della stessa velocità soffiassero sull’acqua non inquinata”, spiegano i ricercatori.

“Questa anomalia – la “rugosità mancante” – risulta essere altamente correlata con la concentrazione di microplastiche vicino alla superficie dell’oceano. In altre parole, le aree in cui le acque superficiali sembrano insolitamente lisce contengono spesso elevate concentrazioni di microplastiche”, continuano.

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Il vantaggio di questa nuova tecnica è di avere portata globale. Ma non solo: fornisce anche un’immagine dinamica del fenomeno, fornendo dati sull’evoluzione nel tempo dell’inquinamento da microplastiche. Tutte informazioni utili per calibrare gli interventi di bonifica là dove servono davvero. Un aspetto non secondario è la possibile applicazione per monitorare le performance ambientali di uno Stato. Ad esempio, controllando la concentrazione di microplastiche nei pressi della foce di fiumi di grandi dimensioni, su cui insistono zone industriali e densamente abitate.