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Microplastiche rilasciate dagli pneumatici su strada, quali effetti sulla salute?

Una delle fonti di contaminazione da microplastiche è l’usura degli pneumatici su strada. Uno studio ne sta monitorando gli effetti sull’organismo umano con un metodo innovativo

Microplastiche dagli pneumatici
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Un rapporto federale svizzero pubblicato lo scorso 23 settembre ha mostrato che la maggior fonte di microplastiche nel Paese proviene dall’usura degli pneumatici su strada: il 60% delle più di 13.500 tonnellate di microplastiche generate ogni anno proviene da gomma, il 30% da fuliggine e il 10% è composta da metalli pesanti. Di queste, quasi 8.900 tonnellate vengono disperse liberamente nell’ambiente e si depositano sui suoli, nell’aria e nell’acqua. 

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A confermare il dato, uno studio dell’EPFL del 2019 che ha mostrato che il 61% delle microplastiche ritrovate nel lago di Ginevra proviene dall’usura degli pneumatici. 

Alla luce di queste evidenze, l’EPFL, il Centro svizzero di ecotossicolgia applicata e l’Istituto Federale Svizzero di Scienza e Tecnologia Acquatica (Eawag) hanno intrapreso uno studio per monitorare la tossicità di queste particelle. 

La prima fase delle ricerche, appena conclusa, si è concentrata sulla solubilizzazione e la biodisponibilità delle microplastiche nei sistemi digestivi della trota iridea: gli esiti delle indagini sono stati pubblicati con due articoli su Environmental Science & Technology (a fine novembre 2021 e fine ottobre 2022).

“La maggior parte della ricerca oggi si concentra sull’inquinamento da microplastiche da imballaggi e rifiuti, ma le microplastiche da pneumatici rappresentano il 30-40% dell’inquinamento da plastica nell’ambiente” ha detto Thibault Masset, postdoc al CEL, l’autore principale di entrambi i documenti. 

Le microplastiche da pneumatici entrano nella catena alimentare?

Lo studio si sta concentrando sulla biodisponibilità e il bioaccumulo di microplastiche derivate dagli pneumatici, provando a determinarne i livelli di tossicità. La seconda fase delle indagini proverà a capire come le particelle reperite passano nella catena alimentare. 

Gli studiosi hanno ideato un metodo innovativo in vitro, che analizza fluidi gastrici e intestinali simulati. Le analisi su 11 composti hanno rivelato un tasso di solubilizzazione tra lo 0,6% e il 44,1%, a seconda del livello di concentrazione di microplastiche nel cibo. 

Uno dei composti studiati, il 6PPD-chinone (6PPD-Q), è un sottoprodotto dell’ossidazione del 6PPD, un prodotto utilizzato nell’industria della gomma. Gli anfipodi che avevano ingerito particelle di di 66PPD-Q avevano livelli di solubilizzazioni aumentati. Secondo uno studio del 2021 proprio il 6PPD-Q è stato alla base a una serie di eventi di mortalità del salmone avvenuti nella baia di Elliot a Seattle.

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Al momento i ricercatori stanno misurando la tossicità di altre sostanze derivanti dagli pneumatici.  Tra gli esami in programma, quello dei sottoprodotti dei composti delle particelle di pneumatico e i loro processi di decomposizione nel tempo. “I produttori di pneumatici devono avere una visione più olistica dei loro prodotti e considerare la natura instabile di alcune delle sostanze chimiche che utilizzano”, ha detto Florian Breider, responsabile del laboratorio ambientale centrale dell’EPFL (CEL). “Queste sostanze chimiche possono decomporsi e formare sottoprodotti indesiderati, che a volte sono tossici.”