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Le microplastiche nelle nuvole influenzano il cambiamento climatico

Facilitano la formazione rapida di nubi e si degradano più rapidamente per la maggior esposizione ai raggi ultravioletti a quelle altezze, generando gas serra. I risultati di uno studio pionieristico dell’università giapponese di Waseda

Microplastiche sui fondali: nel Mediterraneo sono eterne
via depositphotos.com

Lo studio è pubblicato su Environmental Chemistry Letters

(Rinnovabili.it) – Le microplastiche contenute nelle nuvole possono influenzare il cambiamento climatico. Da un lato agendo sulla formazione delle nubi. Dall’altro emettendo gas serra. Lo ha rivelato uno studio apparso su Environmental Chemistry Letters, il primo a mettere in luce questa dinamica.

Si considerano microplastiche i frammenti di questo materiale di dimensioni inferiori a 5 millimetri. Si trovano ovunque, dalle profondità oceaniche alle vette montane più elevate e costituiscono una delle forme più pervasive di inquinamento. Non solo per la loro localizzazione ma anche per la capacità, data dalle dimensioni infinitesimali, di penetrare nel corpo umano, incluso passare attraverso i tessuti organici. Microplastiche sono state rinvenute, ad esempio, anche nel sangue e nella placenta.

Come si comportano le microplastiche in atmosfera

Il team di ricercatori dell’università giapponese di Waseda ha raccolto e analizzato le gocce d’acqua condensate nelle nubi attorno al monte Fuji e al monte Oyama ad altezze comprese tra 1.300 e 3.700 metri. Identificando 9 diversi tipi di polimeri e un tipo di gomma. Con concentrazioni pari a 6,7-13,9 frammenti per litro e dimensioni tra i 7,1 e i 94,6 micrometri.

La maggior parte di questi polimeri plastici sono idrofili, sottolineano i ricercatori, e possono agire come nuclei per la condensazione delle nuvole, alterando così il normale processo e velocizzandolo. Con conseguenze dirette sul clima.

Il secondo modo in cui queste microplastiche in atmosfera possono influire sulla crisi climatica riguarda la loro presenza in troposfera. Infatti, i frammenti di plastica inferiori ai 5 millimetri “si degradano molto più velocemente nell’atmosfera superiore che al suolo a causa delle forti radiazioni ultraviolette”, spiegano gli autori. Nel processo di degradazione, i pezzettini di plastica “rilasciano gas serra e contribuiscono al riscaldamento globale”.

Lo studio non va oltre nel determinare quale può essere la scala dell’impatto delle microplastiche sul clima, né nel caso del concorso nella formazione rapida delle nuvole né nel contributo accelerato di gas climalteranti presenti in atmosfera.

Le microplastiche nella troposfera libera vengono trasportate e contribuiscono all’inquinamento globale. Se il problema dell’inquinamento atmosferico da plastica non viene affrontato in modo proattivo, il cambiamento climatico e i rischi ecologici potrebbero diventare una realtà, causando in futuro danni ambientali gravi e irreversibili“, concludono gli autori.