Sappiamo già che le microplastiche sono un potente contaminante, ma uno studio dell’American Chemical Society ha adesso dimostrato che possono rendere più pericolose anche le altre classi di inquinanti per alcune proprietà particolari
(Rinnovabili.it) – Le microplastiche sono un problema ambientale macroscopico. Presenti ovunque, dall’acqua ai suoli, sono già entrate nella catena alimentare umana e animale da tempo e larga parte del mondo della ricerca è concentrata a indagarne gli effetti. Oltre a questo, però, c’è chi ipotizza che esse possano avere un effetto a cascata sulla pericolosità di altre classi di inquinanti, facendosene attrattori e peggiorandone gli effetti. Uno studio dell’American Chemical Society ha dimostrato che quando i filtri UV, utilizzati in molti prodotti come nelle protezioni solari, entrano a contatto con le microplastiche, queste ultime rendono il cromo presente nei filtri più tossico.
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Le microplastiche riescono ad accumulare lungo la propria superficie altri contaminanti come metalli pesanti o molecole organiche. Diversi studi hanno già dimostrato che i metalli pesanti si attaccano facilmente a queste particelle e che l’effetto è devastante per la vita degli ecosistemi acquatici, ma le ricerche dell’ACS affermano che oltre all’effetto attrattore e di trattenimento, il contatto tra le microplastiche e le altre sostanze genera delle interazioni che ne alterano le composizioni chimiche.
Gli studiosi si sono in particolare concentrati sul cromo (Cr), che può assumere diversi stati di ossidazione quando si trova sulla superficie delle microplastiche. Il punto di partenza è il fatto che per esempio il Cr III è una sostanza relativamente sicura, ma già il CrIV è invece tossico.
L’indagine ha quindi verificato se e come, a contatto con le microplastiche, lo stato di ossidazione del cromo vari, e se la mutazione può essere determinata dall’azione di un contaminante organico abbastanza comune come le molecole di un filtro UV.
L’esperimento ha visto la miscelazione di cromo con microplastiche di polistirene con e senza filtri UV al benzofenone, e ha reso evidente che, in presenza di un filtro UV, le microplastiche aggregano una quantità maggiore di Cr, che risulta inoltre in uno stato di ossidazione aumentato dalla presenza del filtro.
A questo punto il team ha voluto verificare se questo stato di ossidazione sia più tossico per l’ambiente, e ha scoperto che, su una popolazione di microalghe, l’effetto è di inibire la crescita, dimostrando dunque che l’interazione tra microplastiche e altri inquinanti – come il cromo – ha l’effetto di rendere questi ultimi più inquinanti.
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A questo punto il team ha voluto verificare se questo stato di ossidazione sia più tossico per l’ambiente, e ha scoperto che, su una popolazione di microalghe, l’effetto è di inibire la crescita, dimostrando dunque che l’interazione tra microplastiche e altri inquinanti – come il cromo – ha l’effetto di rendere questi ultimi più inquinanti.