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L’Italia è la peggiore in Europa per inquinamento luminoso da LED

L’emissione nello spettro blu altera la produzione di melatonina, l’ormone che regola i ritmi circadiani e quindi il sonno, nell’uomo e in altri animali.

Inquinamento luminoso da LED: perché la luce blu ci fa male
Photo by Benjamin Voros on Unsplash

Lo studio dell’università di Exeter sull’inquinamento luminoso da LED

(Rinnovabili.it) – Blu, insonni e senza stelle. Le notti europee sono sempre più vessate dall’inquinamento luminoso da LED, man mano che la corsa per l’efficienza energetica sostituisce le vecchie lampadine al sodio, che producono luce calda, con le nuove luci a LED che emettono nella parte blu dello spettro. Soprattutto in Italia, dove questo cambio è avvenuto prima, più rapidamente, e in modo più capillare. Il passaggio alleggerisce la bolletta, ma provoca anche degli effetti indesiderati sull’uomo e gli altri animali. Di cui ci occupiamo troppo poco.

Le conseguenze biologiche dell’inquinamento luminoso da LED

Secondo una ricerca dell’università britannica di Exeter, l’inquinamento luminoso da LED è in grado di abbattere la produzione di melatonina nei nostri corpi. Non solo i nostri: la luce blu agisce sulla produzione di questo ormone in tutti gli organismi animali. Lo studio cita come esempio molte specie di pipistrelli. La penetrazione dei LED va di pari passo con uno slittamento del loro areale in Europa. Alcune delle specie coinvolte sono considerate a rischio.

C’è poi la questione della visibilità del cielo stellato. Un dettaglio di cui possiamo fare a meno? “Insieme ad altri animali, gli esseri umani hanno a lungo utilizzato le stelle per la navigazione, ma nelle società moderne è più critica la preoccupazione che la perdita della vista del cielo notturno naturale possa avere un impatto sul senso della “natura” e del proprio posto nell’universo”, scrivono gli scienziati britannici. Dopo i lockdown, forse è più facile per chiunque comprendere quanto sia importante conservare questo senso della natura. Per altri animali, invece, la proliferazione di luci che emettono nello spettro blu altera la fototassi, cioè il movimento determinato da stimoli luminosi. Parliamo ad esempio di falene e altri insetti.

Lo studio assegna la maglia nera all’Italia, alla Romania, alla Spagna e al Regno Unito, e approfondisce solo questi pochi aspetti, ma sottolinea che “questi impatti [della diffusione delle luci a LED] saranno molto più estesi di questi esempi, dato che moltissimi fenomeni biologici sono spettralmente dipendenti e spesso particolarmente sensibili alle emissioni blu”.